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60 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Qual è la sua storia?

Martedì 11 ottobre 2022 è una ricorrenza storica ed eccezionale nella vita della Chiesa. Sono infatti passati 60 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II. Vediamo come è nato, le tappe che sono state raggiunte, i papi che hanno partecipato all' intuizione di San Giovanni XXIII che cambiò per sempre il volto e la storia della Chiesa.

“Tantum aurora es”, così Papa Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, definì l’apertura del Concilio Vaticano II. "Siamo soltanto all'inizio". Infatti da quel momento quasi tutto nel mondo cattolico cambiò. Un processo che ancora continua nel tempo. Alla seduta inaugurale l'11 ottobre 1962 presero parte 2540 padri conciliari, i cinque sesti dell'episcopato mondiale.

"Illuminata dalla luce di questo Concilio, la Chiesa si ingrandirà di spirituali ricchezze e, attingendovi forza di nuove energie, guarderà intrepida al futuro. Infatti, con opportuni aggiornamenti, e con la saggia organizzazione di mutua collaborazione, la Chiesa farà sì che gli uomini, le famiglie, i popoli volgano realmente l'animo alle cose celesti", così disse Giovanni XXIII.

Il Vaticano II è stato il concilio numero 21 e il più recente. La Chiesa ha tenuto infatti 21 concilii in 1700 anni. La prima sessione del Vaticano II ( chiamato così perchè si svolse nella Basilica di San Pietro) iniziò nell'ottobre 1962 e si interruppe a seguito della morte del Pontefice il 3 giugno dell'anno seguente.

Il metodo di lavoro adottato dal Concilio fu simile a quello delle assemblee parlamentari: temi specifici vennero attribuiti a Commissioni che elaboravano documenti da sottoporre alla discussione e al voto dell'assemblea.

Il Concilio ha avuto 4 sessioni (solo una, la prima, si tenne sotto il pontificato di Giovanni XXIII), celebrate in quattro periodi diversi.

Le altre tre sessioni furono infatti convocate e presiedute dal successore di Giovanni XXIII, papa Paolo VI, fino al termine dei lavori l'8 dicembre 1965, solennità dell'Immacolata Concezione.

Il nuovo papa Papa VI si trovò davanti a una situazione non facile: continuare il concilio, che finora non aveva trovato la sua strada e portarlo a termine, dandogli però un ordine e un metodo, nella scia comunque degli ideali del predecessore. Così il 21 giugno Paolo VI 1963 confermava Cicognani come segretario di Stato; il 22 annunciava il proseguimento del concilio e ne annunziava la riapertura per il 27 settembre. Paolo VI aveva tutte le intenzioni di portare avanti le volontà di Giovanni XXIII.

All’ultima sessione furono anche ammesse alcune donne, sia laiche sia consacrate.

Il 7 dicembre venne cancellata la scomunica tra Roma e Costantinopoli (che non ha posto però fine allo Scisma d’Oriente del 1054) e l’8 dicembre 1965 si chiuse il Concilio Vaticano II.

Il Concilio Vaticano II promulgò quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti. Sacrosanctum concilium, Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes.

Tra le costituzioni quella sulla "sacra liturgia" (4 dicembre 1963) e quella sulla "divina rivelazione" (18 novembre 1965). Il tema centrale del concilio, espresso da papa Giovanni già nella bolla d’indizione, fu però formulato nella costituzione dogmatica "Lumen gentium" (21 novembre 1964), che aveva come oggetto "il mistero della Chiesa", secondo cui "la Chiesa è in Cristo come un sacramento, cioè un segno e uno strumento, dell’intima unione con Dio, e dell’unità di tutto il genere umano".

Dalla rinnovata coscienza della Chiesa derivò l’affermazione che nella missione della Chiesa fosse essenziale servire non solo i battezzati, ma tutta l’umanità; ciò che rimandava al confronto con i credenti di altre religioni, con i laici e con il mondo contemporaneo in generale. È questo il tema della costituzione pastorale "Gaudium et spes" che fu approvata il 7 dicembre 1965, il giorno precedente la chiusura del concilio.

Che importanza ha avuto il Concilio Vaticano II nella Chiesa? Tantissimi furono poi i dibattiti, i libri, i convegni, le idee che nacquero dopo il Vaticano II per parlare proprio dei frutti di questa "assemblea epocale". Ma senza dubbio la Chiesa ne uscì rafforzata. Con la consapevolezza di essere chiamata sempre a dialogare con il mondo moderno, facendosi interprete dei problemi e delle angoscie degli uomini di quel tempo e di oggi.

 

 

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