venerdì, novembre 22, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "La liturgia è opera di Cristo e della Chiesa"

Papa Francesco riceve in Vaticano i Membri dell’Associazione Italiana dei Professori e Cultori di Liturgia. "Prima di tutto, ringraziamo per coloro che, cinquant’anni fa, hanno avuto il coraggio di prendere l’iniziativa e dare vita a questa realtà; poi ringraziamo per quante e quanti vi hanno preso parte in questo mezzo secolo, offrendo il loro contributo di riflessione sulla vita liturgica della Chiesa", dice subito il Papa dando il benvenuto ai presenti.

"Questo periodo di vita e di impegno corrisponde, in effetti, alla stagione ecclesiale di questa riforma liturgica: un processo che ha conosciuto diverse fasi, da quella iniziale, caratterizzata dall’edizione dei nuovi libri liturgici, a quelle articolate della sua recezione nei decenni successivi - spiega il Pontefice - Quest’opera di accoglimento è tutt’ora in corso e ci vede tutti impegnati nell’approfondimento che richiede tempo e cura, una cura appassionata e paziente. Al servizio di questo compito si è posta, e mi auguro continui a porsi, con slancio rinnovato, anche la vostra attività di studio e di ricerca. Vi incoraggio pertanto a portarla avanti nel dialogo tra di voi e con altri, perché anche la teologia può e deve avere uno stile sinodale".

"In questo senso si capisce – ed è indispensabile – il vostro proposito di mantenervi in ascolto delle comunità cristiane, così che il vostro lavoro non sia mai separato dalle attese e dalle esigenze del popolo di Dio", continua così il Papa il suo discorso.

"La liturgia è opera di Cristo e della Chiesa, e in quanto tale è un organismo vivente, come una pianta, non può essere trascurata o maltrattata. Non è un monumento di marmo o di bronzo, non è una cosa da museo. La liturgia è viva come una pianta, e va coltivata con cura. E anche, la liturgia è gioiosa, con la gioia dello Spirito", ne è convinto Papa Francesco.

"Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di una visione alta della liturgia, tale da non ridursi a disquisizioni di dettaglio rubricale: una liturgia non mondana, ma che faccia alzare gli occhi al cielo, per sentire che il mondo e la vita sono abitati dal Mistero di Cristo; e nello stesso tempo una liturgia con “i piedi per terra”, propter homines, non lontana dalla vita", sottolinea il Papa.

Infine Francesco congeda i presenti ricordando un esempio. "Mi piace ricordare con voi la figura di Romano Guardini, che si è distinto per la sua capacità di diffondere le acquisizioni del movimento liturgico al di fuori dell’ambito accademico, in modo accessibile, perché ogni fedele – a partire dai giovani – potesse crescere nella conoscenza viva ed esperienziale del senso teologico e spirituale della liturgia. La sua figura e il suo approccio all’educazione liturgica, tanto moderno quanto classico, sia per voi punto di riferimento, perché il vostro studio unisca intelligenza critica e sapienza spirituale, fondamento biblico e radicamento ecclesiale, apertura all’interdisciplinarietà e attitudine pedagogica. Il progresso nella comprensione e anche nella celebrazione liturgica dev’essere sempre
radicato nella tradizione, che ti porta sempre avanti in quel senso che il Signore vuole. C’è uno spirito che non è quello della vera tradizione: lo spirito mondano dell’“indietrismo”, oggi alla moda: pensare
che andare alle radici significa andare indietro. No, sono cose diverse. Se tu vai alle radici, le radici ti portano su, sempre. Come l’albero, che cresce da quello che gli viene dalle radici. E la tradizione è proprio andare alle radici, perché è la garanzia del futuro, come diceva Mahler. Invece, l’indietrismo è andare indietro due passi perché è meglio il “sempre si è fatto così”.", conclude il Papa.

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