Napoli, 01 August, 2022 / 10:00 AM
Sant'Alfonso Maria de Liguori prima di essere stato un pastore, un teologo ed un grande missionario fu un avvocato.
All'età di diciotto anni indossò la toga servendo Dio nella propria professione. L'esame di laurea lo discusse davanti a Giovan Battista Vico, filosofo e giurista, che ne lodò l'intelligenza viva e l'umiltà .
Figlio di una delle famiglie più nobili del Regno delle due Sicilie, Alfonso visse la propria esperienza fondando il quotidiano sul vangelo e sulla giustizia.
Il concetto che il santo aveva della stessa era ancorato non solo ad un'etica, nel senso proprio del termine, ma a qualcosa di più legato alla trascendenza. Non un asettico dovere morale, quanto piuttosto un senso di grandezza per le cose di Dio, portando nel mondo l'equità ed i principi cristiani nelle cose umane. Giustizia come virtù ispirata al vangelo e gemma per coloro che si occupano di questa nelle realtà umane.
Il santo esercitò la professione di avvocato per circa dieci anni.
Laureato in Utroque iure, ovvero in diritto civile ed ecclesiastico, difese moltissime persone e fu vicino a tutti non solo per bravura ma per umanità.
Antonio Maria Tannoia, primo biografo ufficiale del santo, ne descrisse l'attività ascoltando dalla viva voce dei testimoni il modo di essere avvocato e non solo di farlo. Umanità con i clienti e disinteresse, leggiamo nella biografia scritta dallo storico.
Poco prima di lasciare il foro per dedicarsi all'apostolato sacerdotale, che lo condusse al fondare la Congregazione del Santissimo Redentore, per la predicazione del vangelo ai più abbandonati, scrisse su una carta il dodecalogo dell'avvocato.
Testo utilissimo ed ancora attuale, questo segna non solo il modo di vivere la professione ma di essere un professionista innamorato del vangelo, nel mondo.
Eccolo:
1) Non bisogna accettare mai cause ingiuste perché sono perniciose per la coscienza e per il decoro.
2) Non bisogna difendere una causa con mezzi illeciti e ingiusti.
3) Non si deve aggravare il cliente di spese indoverose, altrimenti resta all’ avvocato l’ obbligo della restituzione.
4) Le cause dei clienti si devono trattare con quell’ impegno con cui si trattano le cause proprie.
5) E’ necessario lo studio dei processi per dedurre gli argomenti validi alla difesa della causa.
6) La dilazione e la trascuratezza degli avvocati spesso dannifica i clienti e si devono rifare i danni, altrimenti si pecca contro la giustizia.
7) L’ avvocato deve implorare da Dio l’ aiuto nella difesa, perché Iddio è il primo protettore della giustizia.
8) Non è lodevole un avvocato che accetta molte cause superiori ai suoi talenti, alle sue forze e al tempo che spesso gli mancherà per prepararsi alla difesa.
9) La giustizia e l’ onestà non devono mai separarsi dagli avvocati cattolici, anzi si devono sempre custodire come la pupilla degli occhi.
10) Un avvocato che perde la causa per sua negligenza si carica dell’ obbligazione di rifar tutti i danni al suo cliente.
11) Nel difendere le cause bisogna essere veridico, sincero, rispettoso e ragionato.
12) I requisiti dell’avvocato sono la scienza, la diligenza, la verità, la fedeltà e la giustizia.
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