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Un servizio di EWTN News

Maria Goretti da 70 anni patrona dell' Agro Pontino

Era il 25 luglio di 70 anni fa quando Papa Pio XII decise di proclamare Santa Maria Goretti patrona della Città di Latina e dell’Agro Pontino. Con una Lettera Apostolica due anni dopo la canonizzazione della piccola Marietta, fu notificata la decisione alle autorità civili del Comune di Latina e alle autorità ecclesiastiche di Velletri. Per il Papa 'Santa Maria Goretti, vergine e martire' è la 'celeste patrona' della città di Latina 'insieme a San Marco Evangelista', ma allo stesso tempo 'è patrona presso Dio di tutto l’Agro Pontino'.

Una occasione per una celebrazione speciale del vescovo Mariano Crociata che ha proposto nella omelia una riflessione sul senso del patronato. "Con la sua intercessione - ha detto Crociata-ci rafforza nella fede e nella comunione con il Signore. Il nostro pensarla e invocarla è la risposta spontanea di un affetto credente che è radicato nella nostra storia di fede e di cultura, di singoli e di comunità". 

Il vescovo ha ricordato anche "che l’iniziativa di chiedere il patronato venne, in quel 1952, dalle istituzioni e dalla società civile di Latina e provincia" perché "la vicenda e la canonizzazione di Maria Goretti avevano lasciato una impressione profonda in tutti e avevano risvegliato la coscienza non solo religiosa, ma anche sociale e civile, nei confronti di una ragazza che aveva vissuto in questo territorio e qui aveva consumato la sua esistenza con la testimonianza di una personalità forte e coerente, a fronte di una età ancora fanciulla". Per cui "C’era l’idea e la volontà di ricominciare, a partire da un nuovo modello di umanità, di moralità, di laboriosità, di cittadinanza, oltre che di fede e di Chiesa". 

Marietta, ha detto Crociata, "ci insegna che le cose grandi si costruiscono a partire da alcuni elementi semplici e fondamentali. Una persona diventa adulta non perché ha accumulato molti anni, ma se ha fatto una scelta di serietà e di coerenza di fronte alle responsabilità della vita e nei confronti non solo di sé stessa ma anche degli altri".

Il vescovo di Latina è stato chiaro ed ha portato la riflessione alle questioni attuali: "Non dobbiamo scagliarci contro lo spettacolo indegno che ci trasmettono tanti uomini pubblici a tutti i livelli, per i quali il tornaconto, la conservazione del potere, la lotta per vincere sugli altri anche con danno di tutti, sono praticati senza alcuna remora o senso di vergogna, come qualcosa di naturale e perfino da esibire. Non possiamo scagliarci contro tale spettacolo perché tutto comincia da come si educano i piccoli che crescono. I quali imparano che devono mettersi in mostra, devono vincere e affermarsi a tutti i costi, che nella vita contano solo il successo, la ricchezza e il divertimento, senza guardare in faccia a nessuno, e che non ci sono regole morali da osservare perché tutto è lecito quando si tratta di averla vinta. Quelli che stanno alla ribalta nazionale o locale, quando si comportano in tale maniera, sono solo dei bambini cresciuti esattamente così, con solo qualche anno in più sulle spalle, e nulla più". 

Marietta ci indica la strada per il cambiamento: "se non cambiamo, le cose non si risolveranno. In Maria Goretti abbiamo un modello in base a cui rivedere il nostro stile di vita, cominciando dalla preghiera, quella a cui ci invitano le letture di oggi".

E la preghiera  "non è uno scarico di responsabilità, nell’attesa che un intervento miracoloso ci tolga da tutti gli impicci. La preghiera responsabilizza" è il "desiderio di sintonizzarci con il Signore, con tutta la nostra intelligenza e tutta la volontà".

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