Città del Vaticano , 16 July, 2022 / 12:30 AM
Con gli occhi costantemente rivolti al cielo per comprendere le ragioni della vita e cercare il dito di Dio nella creazione, gli astronomi vaticani non possono che essere “entusiasti” delle immagini che vengono dal telescopio James Webb. E lo dicono a chiare lettere, in una nota diffusa da fratel Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana.
“Siamo davvero entusiasti delle immagini del telescopio James Webb – scrive Fratel Consolmagno – Le immagini sono stupende, chiunque può rendersene conto da solo. È una anticipazione allettante di ciò che saremo in grado di imparare sull’universo con questo telescopio in futuro. Queste immagini sono un alimento necessario per lo spirito umano, soprattutto in questi tempi”.
Fratel Consolomagno si dice entusiasta anche per un fatto personale, e cioè che molti degli scienziati che hanno lavorato a questo telescopio sono suoi amici personali e sa il lavoro che è stato svolto.
Ma il punto, per lui, è soprattutto la comprensione delle origini dell’universo, la ricerca di quella mano di Dio che permette di dare un senso a tutte le cose. Fratel Consolmagno è rimasto in particolare affascinato nel vedere il primo spettro di vapore acqueo dell'atmosfera di un pianeta extra-solare prodotta dal telescopio James Webb”
"La scienza su cui è basato questo telescopio - si legge ancora nel comunicato - è il nostro tentativo di usare la nostra intelligenza, dataci da Dio, per comprendere la logica dell'universo. L'universo non funzionerebbe se non avesse questa logica. Ma come mostrano queste immagini, l'universo non è solo logico, è anche bello. Questa è la creazione di Dio che ci viene rivelata, e in essa possiamo vedere sia la Sua sorprendente potenza che il suo amore per la bellezza”.
Da sempre, in fondo, gli scienziati che hanno guardato al cielo sono credenti, cosa che smentisce la dicotomia tra fede e scienza diffusa nel positivismo. Basti pensare che Copernico aveva preso gli ordini minori (ma non divenne mai sacerdote), e che la teoria del Big Bang deve molto agli studi di Monsignor George Lemaître, che teorizzò l’atomo originario e fu direttore dell’Accademia Pontificia dal 1960 al 1966, e che la stessa Specola Vaticana nasce dall’idea di astronomi gesuiti.
Lo ricorda fratel Consolmagno, sottolineando come siano “passati circa 150 anni da quando padre Angelo Secchi SJ ha messo un prisma davanti alla lente del suo telescopio sul tetto della Chiesa di Sant'Ignazio a Roma, ed ha effettuato le prime misure spettrali delle atmosfere dei pianeti nel nostro stesso sistema solare. Posso solo immaginare quanto sarebbe stato felice di vedere come questa scienza, di cui è stato un pioniere, ora venga applicata a pianeti a lui sconosciuti in orbita attorno a stelle lontane".
Il telescopio James Webb è un telescopio spaziale per l'astronomia a raggi infrarossi, nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale canadese. Lanciato il 25 dicembre 2021, le prime immagini prodotte dal telescopio sono state divulgate lo scorso 12 luglio. Si pensa che quelle immagini, arrivate da 7600 anni luce, permetteranno di arrivare all’alba della galassia, circa 100 milioni di anni dopo il Big Bang.
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