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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco, un incontro per l’Ucraina. Ma non con funzionari del governo

L'incontro tra Papa Francesco e alcuni intellettuali ucraini dello scorso 6 giugno

Papa Francesco avrebbe avuto un incontro con funzionari del governo ucraino per cercare di comprendere se sarebbe potuto andare a Kyiv. Lo aveva annunciato ai bambini della manifestazione del Treno dei Bambini, lasciando tutti nello sconcerto. Perché non c’erano informazioni di una delegazione del governo ucraino in Vaticano, né c’erano iniziative in tal senso. E in realtà, l’incontro era qualcosa di diverso: organizzato da un amico argentino del Papa, l’incontro ha visto la partecipazione di due amici di questo Alejandro, del quale non sono state date moltte informazioni: Yevhen Yakushev di Mariupol e Denys Kolyada, consulente per il dialogo con le organizzazioni religiose, al quale si è unito, come amico personale di Kolyada, il vice rettore dell’Università Cattolica Ucraina a Leopoli, Myroslav Marynovych.

Incontro informale, dunque, e organizzato da un amico. Ma un incontro di quelli cui il Papa dà molta importanza, nonostante la totale assenza di peso istituzionale, e dunque da tenere d’occhio. Certo, non era l’incontro con le autorità ucraine di cui aveva parlato il Papa. Si trattava, piuttosto, di una iniziativa di Alejandro per aiutare il Papa a meglio comprendere la situazione ucraina e per aiutarlo a superare il malcontento riguardo alcuni sui passi. Alejandro ha creato una piattaforma di comunicazione informale, e lo stesso Alejandro si è fatto latore di alcune lettere di istituzioni pubbliche, tra cui appunto quella di Denys Kolyada, che il Papa ha particolarmente apprezzato.

L’incontro è avvenuto l’8 giugno, e la cronaca dell’incontro è stata fornita proprio dal professor Marynovych, in un articolo sulla agenzia ucraina RISU. Marynovych ha detto che, grazie al fatto che si trattava di un incontro informale, l’incontro è durato 1 ora e 45 minuti. Gli interlocutori del Papa sono stati chiamati ad analizzare i motivi per cui molti ucraini sono critici riguardo la posizione della Santa Sede sulla guerra russo-ucraina e verso i passi di solidarietà.

Marynovich ha raccontato che “abbiamo parlato del fatto che la Russia utilizzi sia le armi che le false informazioni”, al punto che l’Ucraina, anche dal Vaticano, è stata vista soprattutto attraverso il prisma russo, e che è ingiusto guardare gli offesi “attraverso il prisma della propaganda informativa dell’aggressore”.

Marynovych ha affermato di aver chiesto al Papa di “sviluppare una propria politica ucraina”, non derivata dalla politica russa, e che la speranza è che il Papa aiuti il popolo ucraino a diventare “un popolo di luce”, perché questo “non ha potuto mai essere soggetto dela propria storia”.

Marynovych ha anche sottolineato che sono state avanzate al Papa anche richieste più politiche, come il sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, e il Papa ha detto che lo avrebbe detto nell’udienza che avrebbe concesso due giorni alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen.

Gli interlocutori del Papa hanno anche ricordato che l’Ucraina è stato il primo Paese a rinunciare alle armi nucleari, che l’invio delle armi al Paese è necessario perché “la Russia doveva garantire la nostra sicurezza e integrità territoriale, ma poi ci ha dichiarato la guerra. Nel 2014, l'Ucraina ha ridotto il suo esercito da mezzo milione a 150.000 e ciò ci ha fatto del male”.

Il Papa avrebbe detto di avere diritto all’autodifesa, e poi avrebbe fatto un elenco delle sue azioni per la pace, tra cui le tre telefonate al presidente Zelensky, la visita all’ambasciata russa e persino il tentativo di andare a Mosca che sarebbe stato respinto. E poi, il Papa ha parlato dell’accoglienza dei bambini ucraini, e dell’invio dei due cardinali sul territorio, e del rifiuto dell’incontro con il Patriarca Kirill. Su quest’ultimo punto, c’è da dire che è stata più una iniziativa della diplomazia del Papa che del Papa stesso e che Francesco ha già fatto sapere di sperare di incontrare il Patriarca in Kazakhstan a settembre.

Tutti hanno chiesto al Papa di andare a Kyiv, ma il Papa ha opposto prima di tutto la sua situazione sanitaria. Il Papa avrebbe anche detto che accettava di chiarire “l’ambiguità della dottrina cattolica sui concetti di guerra giusta e pace giusta.

Marynovych ha concluso che la conversazione è stata molto significativa per tutti, anche se ciò “non significa che d'ora in poi il Papa vedrà il mondo attraverso il prisma ucraino. In effetti, in futuro, per gli ucraini potrebbe essere importante ascoltare il punto di vista del Vaticano su alcune questioni”.

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