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Un servizio di EWTN News

Perché in Italia oggi non si celebra la Solennità del Corpus Domini ?

"L'attuale regime delle festività religiose agli effetti civili, in un Paese di forte radicamento della religione cattolica, presenta incongruenze con realtà di altri Paesi, aderenti o non aderenti all'Unione europea, in cui la presenza della religione cattolica è minore o addirittura minoritaria".

É il passaggio di una "Proposta di legge" del 22 aprile del 2015 firmata tra gli altri da Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Mario Marazziti e altri deputati sia laici che cattolici. 

Il senso era di riportare le festività come il Corpus Domini nel calendario civile invece che farle, sciaguratamente dal punto di vista liturgico, celebrare la domenica successiva. 

Lo spostamento dal giovedì alla domenica successiva avvenne in Italia nel 1977, poiché la legge civile n. 54 del 5 marzo 1977 tolse valore civile alla festa del Corpus Domini,e ad altre feste.

Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall'Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della seconda settimana dopo Pentecoste, anche se è prevista la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla la domenica successiva.

In numerose diocesi italiane comunque la celebrazione dell'Eucaristia e della Processione Eucaristica viene celebrata il giovedì, lasciando per la domenica la celebrazione e la Processione parrocchiale.

Rimane forte la tradizione in molte località italiane della processione con la "Infiorata" come a Genzano di Roma, a Bolsena a Spello che nel 2002 è stata premiata per la fiorata più bella d'Europa, e ancora  Pievepelago di ModenaSpotornoDasàItriSan Pier NicetoCannara. I monaci cistercensi dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba insieme ai giovani del luogo ogni anno predispongono uno spettacolare tappeto fiorito lungo la navata centrale della basilica.

Quello che successe nel 1977 fu l'abolizione di molte feste in ragione di una supposta maggiore produttività. Insieme con il Corpus Domini furono abolite dal calendario civile l'Epifania (6 gennaio), la Solennità di San Giuseppe (19 marzo), la Solennità dell'Ascensione (quaranta giorni dopo la Pasqua), la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno). Furono inoltre spostate rispettivamente alla prima domenica di giugno ed alla prima di novembre le celebrazioni della Festa della Repubblica (2 giugno) e dell'Unità Nazionale (ex Festa della Vittoria della prima guerra mondiale, 4 novembre). Otto anni dopo, con il D.P.R. 792/1985, furono ripristinati gli effetti civili della Solennità dell'Epifania e, limitatamente al Comune di Roma, di quella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Con la L. 336/2000 fu stabilito che dal 2001 tornasse ad essere festivo anche il 2 giugno festa della Repubblica.

Ma perché nel 1977 si fece questa scelta e quale fu la reazione della Chiesa Cattolica considerando che le festività erano segnate nei Patti Lateranensi? 

Il Papa aveva accettato la revisione dei Patti e diede indicazione alla Conferenza episcopale di "spostare" le celebrazioni che in maggior parte erano "feste di precetto" che cioè "obbligano" i fedeli alla partecipazione. 

Lo si legge chiaramente nel testo della corrispondenza tra CEI e Sacra Congregazione del Clero. 

Ecco quanto deciso: si sposta a domenica " a) l'Epifania alla domenica tra il 2 e 1'8 gennaio; b ) l'Ascensione, alla domenica VII di Pasqua; c) la solennità del Corpus Domini alla domenica dopo la 88. Trinità. Per quanto riguarda le solennità di 8. Giuseppe e dei 88. Apostoli Pietro e Paolo, il Consiglio Permanente della C.E.I., nelle riunioni del 12-14 ottobre 1976 e del 10-12 gennaio 1977, ha deciso di mantenere la celebrazione liturgica di queste solennità, pur senza precetto festivo, ai giorni attualmente stabiliti e cioè al 19 marzo e al 29 giugno".

Una situazione davvero insolita quella italiana considerando che il molti stati europei decisamente laici Ascensione e Corpus Domini sono festivi. 

Ma c'è da dire che in quel momento la Chiesa in Italia era concentrata a combattere la approvazione della legge sulla liberalizzazione dell' aborto e sul tema della libertà religiosa come si comprende nel Comunicato del Consiglio Permanente dei vescovi italiani del  15 gennaio del1977

Si iniziava il processo che portò alla revisione del Concordato del 1984. 

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