Città del Vaticano , 09 June, 2022 / 6:00 PM
Un accompagnamento in tre fasi, dalla presa in carico all’erogazione del servizio, che prevede anche un team multidisciplinare da stabilire nella Direzione Sanità e Igiene dello Stato di Città del Vaticano. Con decreto DXII del presidente del Governatorato dello Stato di Città del Vaticano, nasce il servizio di accompagnamento per le vittime di abusi.
Il Servizio di accompagnamento per le vittime degli abusi era già stato istituito con un altro decreto, del 9 luglio 2019. Ora, con questo decreto, si definiscono le procedure del servizio.
Il decreto sottolinea che “ogni ostacolo posto alla maturazione dei minori e delle persone vulnerabili e qualsiasi abuso e maltrattamento perpetrato sui medesimi che si intende prevenire e combattere con assoluta determinazione, oltre ad essere un delitto, è una grave violazione dei precetti alla base dell'annunzio evangelico”.
Scopo delle linee guida è, dunque, “definire l’offerta di assistenza spirituale, medica e sociale, terapeutica e psicologica d’urgenza, nonché legale, ai minori ed alle persone vulnerabili come individuati ai sensi dell’art. 1 della Legge CCXCVII del 26 marzo 2019”.
Oltre all’assistenza medico-terapeutica, spirituale, psicologica e sociale alle persone offese e ai loro famigliari, il servizio vuole anche illustrare “alla persona offesa i suoi diritti e il modo di farli valere”, agevolandone il ricorso all’autorità giudiziaria. Ma si parla anche di tenere conto “del parere e dei bisogni della persona offesa, tutelandone l’immagine, la sfera privata e la riservatezza nel trattamento dei dati personali, preservando essa e la sua famiglia da qualsiasi intimidazione o ritorsione”.
Viene attivata una apposita email per le segnalazioni (servizioaccompagnamento.dsi@scv.va), e l’accoglienza si dividerà in tre fasi.
L’accoglienza primaria prevede un primo incontro tra il Servizio di accompagnamento e la presunta vittima, e in caso di minore o di persona vulnerabile legalmente incapace ci vorrà il consenso scritto del genitore o del tutore, o altrimenti la nomina di un curatore speciale.
La prima fase serve per un inquadramento iniziale, che porta alla seconda fase, quella della valutazione e dell’orientamento, durane le quali si cercano anche dati sull’aggressione, grazie ad un tema multidisciplinare che è chiamato anche a decidere “il più appropriato iter diagnostico e terapeutico adeguato per la specifica situazione”.
Si chiede comunque che “a valutazione clinica sia il meno possibile fonte di sofferenza e che non costituisca un evento potenzialmente ritraumatizzante”.
Infine, c’è l’erogazione del servizio, che include percorso medico, percorso psicologico e anche percorso legale.
“Nel caso in cui il soggetto (o il suo tutore) non accetti di usufruire o proseguire con il percorso di supporto all’interno dello Stato della Città del Vaticano e/o delle Strutture Sanitarie collegate, si fornirà comunque l’esito della valutazione diagnostica e la proposta terapeutica da seguire, eventualmente, in altra sede”, conclude il decreto.
Una nota a margine: il Servizio di accompagnamento, di concerto con l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (ULSA), è chiamato ad organizzare programmi di formazione sui rischi in materia di sfruttamento, di maltrattamento o di abuso sessuale, sui mezzi utili ad identificare e prevenire tali offese nonché sull’obbligo di denuncia”.
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