Città del Vaticano , 03 June, 2022 / 12:40 AM
Alla vigilia della Pentecoste, un gruppo di studenti delle Chiese Ortodosse Orientali è in visita in Vaticano, invitato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per una serie di incontri iniziati il 31 maggio e che si protrarranno fino al 6. E oggi Papa Francesco, ricevendoli in udienza, ha ribadito l’importanza del carisma dell’unità, che, nelle sue parole, è “dono, cammino, armonia, annuncio”.
Sono i quattro aspetti della festività della Pentecoste delineati dal Papa nel suo discorso.
Primo aspetto, dunque: l’unità “è un dono, un fuoco che viene dall’alto”, e va bene pregare instancabilmente e lavorare per l’unità, ma “il raggiungimento dell’unità non è primariamente un frutto della terra, ma del Cielo; non è anzitutto il risultato del nostro impegno, dei nostri sforzi e dei nostri accordi, ma dell’azione dello Spirito Santo, al quale occorre aprire i cuori con fiducia perché ci conduca sulle vie della piena comunione”.
Il secondo aspetto è che “l’unità è armonia”, non è “uniformità e nemmeno il frutto di compromessi o di fragili equilibri diplomatici”, ma piuttosto “armonia nella diversità dei carismi suscitati dallo Spirito”.
Quindi, l’unità è un cammino, non “un progetto da scrivere, un piano studiato a tavolino”, e non si fa “nell’immobilismo, ma nel movimento, nel dinamismo nuovo che lo Spirito, a partire dalla Pentecoste, imprime ai suoi discepoli”.
Riprendendo Sant’Ireneo, recentemente proclamato “dottore dell’unità”, Papa Francesco sottolinea che l’unità è “una carovana di fratelli”, dove “cresce e matura l’unità” che “non arriva come un miracolo improvviso ed eclatante, ma nella condivisione paziente e perseverante di un cammino fatto insieme”.
Infine, afferma Papa Francesco, “l’unità non è semplicemente fine a sé stessa, ma è legata alla fecondità dell’annuncio: l’unità è per la missione”. E a Pentecoste, la Chiesa “nasce come missionaria”, in un mondo che ancora oggi “attende anche inconsapevolmente di conoscere il Vangelo di carità, libertà e pace che noi siamo chiamati a testimoniare gli uni insieme agli altri, non gli uni contro gli altri o gli uni lontano dagli altri”.
Papa Francesco si dice quindi grato per la testimonianza delle Chiese, in particolare per quanti “hanno sigillato con il sangue la fede in Cristo”, e ringrazia “per tutti i semi di amore e di speranza sparsi, in nome del Crocifisso Risorto, in varie regioni ancora segnate, purtroppo, dalla violenza e da conflitti troppo spesso dimenticati”.
Papa Francesco esorta che la croce di Cristo “sia la bussola che ci orienta nel cammino verso la piena unità”, e dispone “idealmente sui bracci della croce, altare dell’unità, le parole che ho voluto condividere con voi, quasi come quattro punti cardinali della piena comunione, che è dono, armonia, cammino, missione”.
Il gruppo incontrato dal Papa era composto da diciotto monaci e sacerdoti nominati dai Capi delle loro rispettive Chiese (Chiesa ortodossa copta, Chiesa apostolica armena - sede di Etchmiadzin e sede di Cilicia -, Chiesa siro-ortodossa di Antiochia, Chiesa ortodossa etiopica, Chiesa ortodossa eritrea e Chiesa ortodossa sira malankarese). Sono venuti venuti da Egitto, Armenia, Libano, Siria, India, Etiopia ed Eritrea.
Martedì 31 maggio, primo giorno della visita, i membri della delegazione hanno visitato il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, dove sono stati ricevuti dal Cardinale Koch, Presidente, e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. A fine giornata la delegazione ha visitato il Pontificio Collegio Armeno e la Badia di Sant'Anselmo, dove ha incontrato il Padre priore e rappresentanti del Pontificio Ateneo.
Oltre all’udienza con il Papa , sono calendarizzate visite in Segreteria di Stato, Congregazione per le Chiese Orientali, Congregazione per la Dottrina della Fede e Congregazione per l'Educazione Cattolica, ma anche nella Pontificia Università Lateranense, nella Pontificia Università Gregoriana, nella Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, nel Pontificio Istituto Orientale, nel Pontificio Collegio Etiopico, nel pontificio Collegio Armeno e nel Pontificio Collegio Maronita.
La prima visita di studio di giovani sacerdoti e monaci delle Chiese ortodosse orientali era stata organizzata dal 15 al 22 febbraio 2020.
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