Verranno dall’Armenia i testi per i sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2026. Il comitato internazionale per i testi si è riunito dal 13 al 17 ottobre scorsi, per finalizzare testi e le preghiere del sussidio che sarà utilizzato nel 2026. I sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025 sono invece stati affidati alla Comunità di Bose.
"Grazie! Grazie tante per questa visita che è una vera consolazione: vedere tutti i fratelli uniti, fratelli e sorelle cristiani uniti. Un grande Vescovo ortodosso, Zizioulas, morto un anno fa più o meno, diceva che l’unità delle Chiese cristiane la avremo soltanto nel giorno del giudizio finale. Ma “nel frattempo – diceva – dobbiamo pregare insieme e lavorare insieme”.
Per un caso che sa di provvidenza, nel 2025, Anno Santo, la Pasqua secondo il calendario gregoriano e la Pasqua secondo il calendario giuliano coincideranno. E così, nell’anno in cui si celebra anche il 1700esimo anniversario del primo Concilio Ecumenico, il Concilio di Nicea, i cristiani di tutto il mondo celebreranno la Pasqua insieme, come se la Chiesa fosse ancora indivisa.
“In questi tempi non facili per la fede, siamo uniti nella stessa fiducia che l’Apostolo Pietro voleva trasmettere: quella di riporre la speranza nel Dio della consolazione. Sono lieto di apprendere che, riaffermando l’obiettivo della piena unità visibile che vi ha caratterizzato fin dal 1977, in questa sesta fase dei vostri lavori vi dedichiate a esplorare il ministero dello Spirito”. Lo ha detto il Papa, stamane, incontrando la Commissione Internazionale di dialogo tra la Chiesa Cattolica e i Disciples of Christ.
Avevano scritto una lettera al Papa, si sono pronunciati più volte con dichiarazioni forti durante la guerra (e non solo su temi di guerra, ma anche su questioni sociali, come la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte del governo ucraino), ma sono sul campo e sui territori in conflitto sin dal 2015: i membri del Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese sono ora a Roma, dove trascorreranno tre giorni incontrando officiali vaticani e partecipando ai Vespri in San Paolo Fuori le Mura il 25 gennaio, giornata in cui si chiude tradizionalmente la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
Alla vigilia della Pentecoste, un gruppo di studenti delle Chiese Ortodosse Orientali è in visita in Vaticano, invitato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per una serie di incontri iniziati il 31 maggio e che si protrarranno fino al 6. E oggi Papa Francesco, ricevendoli in udienza, ha ribadito l’importanza del carisma dell’unità, che, nelle sue parole, è “dono, cammino, armonia, annuncio”.
Papa Francesco torna a presiedere la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 55.ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Lo scorso anno si era assentato a causa della sciatalgia che ogni tanto lo affligge. Quest'anno, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Papa parla del tema voluto per la Settimana: "In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".
Il Papa, a causa della sciatalgia, non presiede i Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 54.ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Al suo posto, per la celebrazione c'è il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Il Papa nell'Udienza Generale odierna incentra la sua meditazione sulla preghiera per l’unità dei cristiani. Dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico Francesco spiega: "La settimana che va dal 18 al 25 gennaio è dedicata in particolare a questo, a invocare da Dio il dono dell’unità per superare lo scandalo delle divisioni tra i credenti in Gesù. Egli, dopo l’Ultima Cena, ha pregato per i suoi, perché tutti siano una sola cosa. È la sua preghiera prima della Passione, potremmo dire il suo testamento spirituale".
Con il tema “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” tornano, dal 18 al 25 gennaio, gli appuntamenti ad Assisi della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani.
La luce di Cristo “è luce di speranza, di pace, luce che indica un nuovo inizio. Sì, non possiamo solo aspettare che dopo questa pandemia tutto torni come prima, come abitualmente si dice. Noi, invece, sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza”. Lo scrive la Cei in una lettera firmata insieme a Ortodossi e Protestanti in occasione della imminente Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.
Il nodo è sempre quello: il primato petrino. Dal documento di Ravenna del 2007, cattolici e ortodossi riuniti congiuntamente hanno riconosciuto che la Chiesa di Roma aveva un primato sulle altre Chiese. Ma il dialogo teologico si è fermato su “come” questo primato dovesse essere esercitato. Ed è proprio quello uno dei nodi principali sul cammino della piena unità. Un nodo che potrebbe essere risolto guardando alle Chiese cattoliche di rito bizantino.
Siamo nel vivo della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2020, dal 18 al 25 gennaio. A chiudere le celebrazioni sarà Papa Francesco, che presiederà i vespri nella basilica di San Paolo fuori le Mura sabato 25 alle ore 17.30; parteciperà anche il Cardinale vicario Angelo De Donatis. Momento centrale della Settimana a livello diocesano, sarà la veglia ecumenica di mercoledì 22 gennaio alle ore 18.30, guidata dal cardinale De Donatis nella parrocchia di Gesù di Nazareth (via Iginio Giordani, 5; quartiere Collatino), a cui prenderanno parte i rappresentanti delle comunità ecclesiali non cattoliche presenti a Roma: anglicani, evangelici, ortodossi e appartenenti alle antiche Chiese orientali.
Una delegazione della Chiesa ortodossa etiope tewahedo è stata ricevuta lo scorso 23 luglio dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Papa Francesco ha parlato di tre tipi di ecumenismo: l’ecumenismo del sangue, l’ecumenismo dei poveri, l’ecumenismo della missione. Ma tra questi “il più importante è l’ecumenismo del sangue, perché oggi c’è una persecuzione dei cristiani come mai c’è stata, nemmeno nei primi secoli”.
“Cercate di essere veramente giusti è il tema che le Comunità Cristiane dell’Indonesia hanno scelto per la settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani di questo anno. Nel libro del Deuteronomio troviamo il tema della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Si tratta di una preghiera ecumenica che quest’anno pone al centro la giustizia. Le parole del libro del Deuteronomio, particolarmente in questi tempi che viviamo, in un mondo pieno di problemi e difficoltà, in una società, caratterizzata dalla presenza di inimicizie e fortissime contraddizioni, antagonismi e scandali, guerre e mancanza di rispetto e di amore, ricordano a tutti noi l’impegno di vivere come fratelli e uomini di Dio, di vivere una comune testimonianza di solidarietà e di misericordia per affermare la giustizia, per diventare strumenti della grazia di Dio in una piccola o grande società che soffre e viene disturbata da divisioni, da sofferenze, da comportamenti, da ipocrisia e da arroganza". Lo scrive il Metropolita Gennadios, Arcivescovo ortodosso di Italia e Malta, in occasione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
Venerdì prossimo, con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. A tal proposito, dall’Aula Paolo VI, Papa Francesco lancia un appello per l’Unità dei Cristiani.
Dopo il successo dello scorso anno, torna il ciclo d’incontri ecumenici a 3 voci: cattolici, ortodossi e protestanti, insieme per l’unità e la pace.
Una crescita, quella di pentecostali e carismatici, che non può essere trascurata, e nella quale si deve comunque riconoscere lo Spirito Santo: incontrando i membri del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, riuniti nella loro annuale assemblea plenaria, Papa Francesco invita a non trascurare le realtà carismatiche che stanno sorgendo e crescendo nella Chiesa.
“Con voi rendo grazie al Signore per l’odierna firma della Dichiarazione comune, che sancisce la lieta conclusione della fase riguardante la vita sacramentale. Oggi possiamo guardare con ancor più fiducia al domani e chiedere al Signore che il prosieguo dei vostri lavori contribuisca ad avvicinare quel giorno benedetto e tanto atteso, nel quale avremo la gioia di celebrare allo stesso altare la piena comunione nella Chiesa di Cristo”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in Vaticano la Commissione Mista per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente.