Carpi, 15 May, 2022 / 10:00 AM
Ci troviamo nel Cenacolo. Siamo alla vigila della passione e morte e Cristo si rivolge ai discepoli chiamandoli “figlioli”, cioè “piccoli cari figli”, manifestando nei loro confronti una cura ed un amore quasi materni. Fino ad ora Egli è stato in mezzo a loro e li ha protetti, ma adesso sta per essere messo a morte e pertanto consegna ai discepoli il suo “testamento” che è sintetizzato nelle parole: come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Nel cuore dell’uomo è presente un impulso interiore ad amare in maniera vera, autentica. L’amore, insieme alla ricerca della verità, non possono essere cancellate perchè sono la vocazione posta nel cuore e nella mente di ogni uomo. Tuttavia, l’amore per la maggioranza delle persone si risolve a sentimentalismo, oppure ad emozione, o a uno stato d’animo. Si trasforma, così, in un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. Gesù, poiché conosce che la felicità dell’uomo è l’amore, indica ai discepoli, nel tempo che va dalla resurrezione al suo ritorno glorioso, l’amore reciproco come modalità nuova della sua presenza in mezzo a loro. Il comandamento dell’amore è qualificato come un “dono” perché è una strada di vita e una luce che ci viene offerta dal Signore per uscire dalle tenebre in cui ci racchiude il peccato, l’odio, l’egoismo, l’indifferenza.
L’amore è vero quando desidera e ricerca non la propria felicità, ma quella dell’altro, per questo trova in Gesù il suo modello il quale ha dato la sua vita perchè gli uomini- come insegna san Tommaso d’Aquino - siano ricondotti al loro destino di felicità.
Non solo Gesù è il modello dell’amore reciproco, ma ne è pure la sorgente, perchè la capacità di amare il fratello, sempre, viene da Lui. Pertanto, affinchè l’amore raggiunga il proprio obiettivo, il discepolo è chiamato ad accogliere innanzitutto l’amore di Gesù nella propria vita per mezzo della preghiera e della partecipazione ai sacramenti. Senza questi aiuti soprannaturali non è possibile amare i fratelli con lo stesso amore con cui Gesù ci ama. L’amore di Gesù per noi diventa, dunque, il motivo, la ragione del nostro amore fraterno.
Il comandamento dell’amore fraterno è da Gesù definito “nuovo”. E’ nuovo perché chi ci chiede di viverlo e metterlo in pratica è Cristo stesso, il quale è la vera novità del mondo. In Lui, infatti, si è rivelato, si è fatto presente l’amore stesso di Dio per l’umanità. L’amore, dunque, è la grande novità della vita, non il peccato. E’ l’amore che rende l’esistenza umana degna di essere vissuta, mentre il peccato è causa di noia e di morte. E questo ci porta a riconoscere che la vera novità dipende solo dalla presenza di Dio nella vita. Il Comandamento è nuovo perchè quando è messo in pratica testimonia che il mondo nuovo inaugurato dalla redenzione operata da Cristo è in atto, è in essere…in attesa della sua piena manifestazione nella vita eterna. Dove sarà amore senza restrizioni. Per sempre.
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