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Un servizio di EWTN News

Il Papa: "Il vissuto concreto delle famiglie è scuola straordinaria di vita buona"

"E' bene che la teologia morale attinga dalla ricca spiritualità che germina nella famiglia. La famiglia è la Chiesa domestica". Con queste parole Papa Francesco riceve in Udienza i Partecipanti al Convegno Internazionale di Teologia Morale, promosso dalla Pontificia Università Gregoriana e dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, che si svolge a Roma dall’11 al 14 maggio 2022, sul tema “Pratiche pastorali, esperienza di vita e teologia morale: Amoris laetitia tra nuove opportunità e nuovi cammini”.

Per Francesco nella famiglia "i coniugi e i figli sono chiamati a cooperare nel vivere il mistero di Cristo, attraverso la preghiera e l’amore attuati nella concretezza del quotidiano e delle situazioni, nella cura reciproca capace di accompagnare così che nessuno sia escluso e abbandonato".
"La vita familiare, tuttavia, è oggi più che mai provata. Inoltre tante famiglie soffrono la mancanza di lavoro, di un’abitazione degna o di una terra dove vivere in pace, in un’epoca di grandi e rapidi cambiamenti", sottolinea il Papa.

"La stessa possibilità di costituire una famiglia oggi è spesso ardua e i giovani trovano tante difficoltà a sposarsi e ad avere dei figli", dice il Pontefice.

"Perché questo accada, è necessaria una riflessione teologica – anche a livello accademico – che sia veramente attenta alle ferite dell’umanità. In questo senso è importante che l’Università Gregoriana e l’Istituto Giovanni Paolo II, insieme, abbiano realizzato questo evento, con la partecipazione di teologhe e teologi di quattro continenti. In esso intervengono e si confrontano laici, chierici e religiosi, di diverse lingue e culture, in un dialogo tra le generazioni aperto anche a giovani ricercatori", commenta ancora il Papa.

"Il matrimonio e la famiglia possono costituire un “kairos” per la teologia morale, per ripensare le categorie interpretative dell’esperienza morale alla luce di ciò che accade nell’ambito familiare. Tra teologia e azione pastorale è necessario stabilire, sempre di nuovo, una circolarità virtuosa. Cari fratelli e sorelle, al centro del nostro impegno, come pastori e come teologi, sta il riconoscimento del rapporto inscindibile, nonostante i drammi e le fatiche della vita, tra la coscienza e il bene. La morale evangelica è lontana tanto dal moralismo, che fa diventare l’osservanza letterale delle norme la garanzia della propria giustizia dinanzi a Dio, quanto dall’idealismo, che, in nome di un bene ideale, scoraggia e allontana dal bene possibile", dice il Pontefice.

"Il vissuto concreto delle famiglie è una scuola straordinaria di vita buona. Perciò invito voi, teologhe e teologi morali, a proseguire il vostro lavoro, rigoroso e prezioso, con fedeltà creativa al Vangelo e all’esperienza degli uomini e donne del nostro tempo, in particolare all’esperienza viva dei credenti", conclude il Papa.

"Vorrei aggiungere una cosa, che in questo momento fa tanto male alla Chiesa: è come un “tornare indietro”, sia per paura, sia per mancanza di genialità, sia per mancanza di coraggio. È vero che noi teologi, anche cristiani, dobbiamo tornare alle radici, questo è vero. Senza le radici non possiamo fare un passo in avanti. Dalle radici prendiamo l’ispirazione, ma per andare avanti. Questo è differente dal tornare indietro. Tornare indietro non è cristiano. Anzi, credo che sia l’autore della Lettera agli Ebrei che dice: “Noi non siamo gente che torna indietro”. Il cristiano non può tornare indietro. Tornare alle radici sì, per prendere l’ispirazione, per proseguire. Ma tornare indietro è tornare per avere una difesa, una sicurezza che ci eviti il rischio di andare avanti, il rischio cristiano di portare la fede, il rischio cristiano di fare il cammino con Gesù Cristo. E questo è un rischio. Oggi, questo tornare indietro si vede in tante figure ecclesiastiche – non ecclesiali, ecclesiastiche – che sorgono come i funghi, qui, lì, lì, e si presentano come proposte di vita cristiana. Nella teologia morale c’è anche un tornare indietro con proposte casistiche, e la casistica che io credevo sepolta sotto sette metri, risorge come una proposta – un po’ travestita – del “fino a qui si può, fino a qui non si può, di qui sì, di qui no”. E ridurre la teologia morale alla casistica è il peccato di tornare indietro. La casistica è stata superata. La casistica è stata l’alimento mio e della mia generazione nello studio della teologia morale. Ma è propria del tomismo decadente. Il vero tomismo è quello dell’Amoris laetitia, quello che si svolge lì, spiegato bene nel Sinodo e accettato da tutti", conclude infine a braccio il Papa.

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