Roma, 06 May, 2022 / 9:00 AM
“Adesso la prossima assemblea dovrà scegliere il nuovo presidente della Cei, io cerco di trovarne uno che voglia fare un bel cambiamento. Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole. E che abbia la possibilità di scegliere il segretario, che possa dire: voglio lavorare con questa persona”. Con queste parole contenute nel colloquio pubblicato pochi giorni fa dal Corriere della Sera Papa Francesco traccia una sorta di identikit del nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana che a fine mese sostituirà l’uscente Cardinale Gualtiero Bassetti, in carica dal maggio 2017.
Al momento i cardinali italiani residenziali non emeriti sono Giuseppe Betori, Arcivescovo metropolita di Firenze; Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo metropolita de L’Aquila; Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma; Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo metropolita di Bologna e Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo metropolita di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino.
E’ molto probabile che la terna di nomi che verrà sottoposta al Papa contenga i nomi di Matteo Maria Zuppi e Augusto Paolo Lojudice, due dei cardinali più vicini al Papa e che hanno le caratteristiche tracciate da Francesco.
Il nome del Cardinale Zuppi, uomo di spicco nella storia della Comunità di Sant’Egidio, è quello che appare come il favorito per la successione al Cardinale Bassetti che il 7 aprile scorso ha compiuto 80 anni.
L’Arcivescovo di Bologna ha 66 anni, è stato ordinato sacerdote nel 1981 ed è stato eletto Vescovo ausiliare di Roma da Papa Benedetto XVI il 31 gennaio 2012 e consacrato il 14 aprile successivo dal Cardinale Agostino Vallini, allora Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.
A Bologna dal 2015 come successore del Cardinale Carlo Caffarra, è stato annoverato nel Sacro Collegio nel 2019. Una scelta non scontata visto che Papa Francesco ha interrotto fin dal primo concistoro del suo pontificato l’automatismo che vedeva assicurata la porpora a quei presuli che andavano a guidare diocesi tradizionalmente cardinalizie: basti pensare a Torino, Venezia e adesso anche Milano e Palermo. E questo vale anche per sedi non italiane: si pensi ad esempio a Cracovia, Armagh e Parigi.
Da sempre vicino ai poveri, ai carcerati e ai tossicodipendenti il Cardinale Zuppi è stato quello che si dice un prete di strada come parroco nel difficile quartiere di Torre Angela ma anche un costruttore di ponti e – per dirla con Papa Francesco – artigiano di pace: alla fine degli Anni Novanta fu tra gli artefici degli accordi che misero fine alla fine a alla guerra civile che devastava il Mozambico.
Dal 2016 in ambito CEI è Presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna e di conseguenza membro del Consiglio Episcopale permanente.
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