Città del Vaticano , 15 April, 2022 / 6:05 PM
Il rischio che “ Dio” diventi un “contenitore vuoto che ognuno può riempire a suo piacimento”, il rischio di pensare che Dio non sia esistito. E’ questo il rischio per l’uomo di oggi secondo il Predicatore della casa Pontificia, il cardinale Cantalemessa.
Il predicatore cappuccino come sempre ha tenuto la “Predica dei ricordi” nella Celebrazione della Passione di Gesù nella Basilica di san Pietro. Alla presenza del Papa e della Curia romana e di molti fedeli la liturgia del Venerdì Santo si è svolta con l’adorazione della Croce solo per il Papa, e non per i fedeli. Francesco non ha compiuto la prostrazione all'inizio della celebrazione con una decisione dell'ultimo momento, il tappeto infatti era stato preparato.
Il Predicatore ha preso spunto per la sua riflessione dal colloquio di Gesù con Pilato e dalla domanda che il Procuratore romano pone: “Cos’è la verità?”.
Davanti al mondo che svuoto di senso il suo nome, Dio “si è preoccupato di dare lui stesso un contenuto al suo nome: “Il Verbo si è fatto carne”. La Verità si è fatta carne!”
Non è l’uomo che decide chi è Dio, ma Dio stesso che si rivela. E questo per chi non crede o è in ricerca.
Per “noi credenti e uomini di Chiesa” il predicatore offre un’altra riflessione: “ Gli uomini della tua Chiesa, i tuoi sacerdoti ti hanno abbandonato; hanno squalificato il tuo nome con orrendi misfatti! E noi dovremmo ancora credere in te?”
Cantalemessa usa le parole di John Ronald Tolkien: “ Il nostro amore potrà essere raffreddato e la nostra volontà scalfita dallo spettacolo delle deficienze, della follia, e dei peccati della Chiesa e dei suoi ministri, ma non credo che chi ha creduto davvero una volta abbandona la fede per queste ragioni, meno di tutti chi ha qualche conoscenza della storia..”.
E conclude Cantalemessa: “Quest’anno celebriamo la Pasqua non al suono
gioioso di campane, ma con il rumore sinistro di bombe ed esplosioni devastanti che avvengono non lontano da qui. Ricordiamo quello che rispose un giorno Gesù alla notizia del sangue fatto scorrere da Pilato, e del crollo della torre di Siloe: “Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”. Se non cambiate le vostre lance in falci, le vostre spade in aratri e i vostri missili in fabbriche e case, perirete tutti allo stesso modo! (…)Gli assetti del mondo possono
cambiare da un giorno all’altro. Tutto passa, tutto invecchia; tutto - non soltanto “la beata gioventù” - vien meno. C’è un solo modo di sottrarsi alla corrente del tempo che trascina tutto dietro di sé: passare a ciò che non passa! Mettere i piedi sulla terra ferma! Pasqua significa passaggio: facciamo tutti quest’anno una vera Pasqua, Venerabili Padri, fratelli e sorelle: passiamo a Colui che non passa. Passiamo ora con il cuore, prima di passare un giorno con il corpo!”.
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