Città del Vaticano , 07 April, 2022 / 3:30 PM
Il Sant’Apollinare venerato nella chiesa a nord di Piazza Navona è, secondo la leggenda, un discepolo di San Pietro, venuto a Roma con lui, e poi mandato a Ravenna per predicare il Vangelo. A Ravenna la chiesa di Sant’Apollinare in Classe ricorda il luogo della sua sepoltura.
Nella chiesa romana si celebra la stazione quaresimale in giovedì dopo la quinta domenica di Quaresima.
La chiesa viene fondata nell’VIII secolo, ma è stata totalmente rifatta nel Settecento da Ferdinando Fuga per Papa Benedetto XIV, che l’ha consacrata nel 1748.
Nulla resta quindi oggi della chiesa descritta nel 1588 da Pompeo Ugonio nella sua guida alle stazioni quaresimali. Solo nel 1517 la chiesa era diventata titolo cardinalizio ed era quindi una “new entry”. Ma aveva presto perso questa nuova dignità: “La Santità di Nostro Signore Sisto V nella nuova ordinatione de i Titoli de Cardinali, ha ritornata questa chiesa nel suo stato antico, levandola del numero de i detti Titoli.” Solo nel 1935 Pio XI le restituirà la dignità di titolo cardinalizio.
La chiesa vista da Ugonio “ha il portico chiuso assai grande, sopra il quale si reggono le stanze del palazzo che li è congionto”.
“Per entrare in chiesa”, continua, “si scendono alcuni gradi, il che è stato causato per il terreno che si è riempito & alzato di fuora, argomento chiaro dell’antichità della chiesa.”
L’interno della chiesa, così come lo descrive Ugonio, sembra molto medievale: “Ha qusta chiea tre navi appoggiate sopra colonne in parte, & parte sopra certi pilastri, & muri, i quali sono sostituiti in luogo delle colonne che sono mancate, o cadute.”
Nella Roma del Cinquecento, la chiesa di Sant’Apollinare era popolare per la sua liturgia, racconta Ugonio:
“Al presente è con gran concorso visitata, & honorata. Et massime che vi sono le messe frequenti, & vi si celebrano i divini offitii con somma divotione, accompagnata nei i pià solenni giorni da dolcissime musiche così di voci, come di organi, & di altri instromenti.”
“Sotto la crate di ferro cinta d’un bel cancellletto dinanzi l’altar maggiore, sono l’infrascritti corpi de santi Martiri”, conclude Ugonio:
“Di santo Eustratio, santo Eugenio, santo Auxentio, S. Nardario, S. Oreste, & S. Massentio, i quali nella persecutione di Diocletiano & di Massimiano, furono di martirio coronati.”
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