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Un servizio di EWTN News

Benedetto XV, quel richiamo inascoltato ai governi in guerra

Ad un anno esatto dalla dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia che diede il via al primo conflitto mondiale, Papa Benedetto XV il 28 luglio 1915 scriveva l’esortazione apostolica Allorchè fummo chiamati, rivolta ai popoli in guerra ed ai loro governanti.

Come si è visto il pontificato di Benedetto XV, iniziato un mese dopo lo scoppio delle ostilità, è segnato in maniera indelebile dalla Prima Guerra Mondiale.

Il Papa rivela che fin dal primo giorno del pontificato ha sempre avuto “il fermo proposito di consacrare ogni attività ed ogni potere a riconciliare i popoli combattenti; ne facemmo, anzi, solenne promessa al Divin Salvatore, che volle a prezzo del Suo Sangue rendere tutti gli uomini fratelli”.

Le parole di pace sono rimaste inascoltate ma – scrive Benedetto XV – “si accrebbe in Noi il dolore, non si affievolì il proposito; proseguimmo perciò a volgerCi fiduciosi all’Onnipotente, che ha in mano le menti ed i cuori così dei sudditi, come dei Re, invocando da Lui la cessazione dell’immane flagello. Alla fervida ed umile Nostra preghiera volemmo associati tutti i fedeli, e, a renderla più efficace, procurammo altresì che fosse accompagnata da opere di cristiana penitenza. Ma oggi, nel triste anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, più caldo esce dal Nostro cuore il voto che cessi presto la guerra, più alto il paterno grido di pace. Possa questo grido, vincendo il pauroso fragore delle armi, giungere sino ai popoli ora in guerra ed ai loro Capi, inclinando gli uni e gli altri a più miti e sereni consigli!”.

Nel nome santo di Dio – è l’accorata richiesta del Papa - scongiuriamo Voi, che la Divina Provvidenza ha posto al governo delle Nazioni belligeranti, a porre termine finalmente a questa orrenda carneficina, che ormai da un anno disonora l’Europa. È sangue fraterno quello che si versa sulla terra e sui mari! Le più belle regioni dell’Europa, di questo giardino del mondo, sono seminate di cadaveri e di ruine”.

“Voi portate innanzi a Dio ed innanzi agli uomini – è il richiamo del Pontefice -la tremenda responsabilità della pace e della guerra; ascoltate la Nostra preghiera, la paterna voce del Vicario dell’Eterno e Supremo Giudice, al Quale dovrete render conto così delle pubbliche imprese, come dei privati atti vostri”.

Benedetto XV rammenta poi che “l’equilibrio del mondo e la prospera e sicura tranquillità delle Nazioni riposano su la mutua benevolenza e sul rispetto degli altrui diritti e dell’altrui dignità, assai più che su moltitudine di armati e su formidabile cinta di fortezze”.

“Noi – conclude il Papa - invitiamo quanti sono gli amici della pace nel mondo a darCi la mano per affrettare il termine della guerra, che ormai da un anno ha cambiato l’Europa in un vasto campo di battaglia”.

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