Ad un anno esatto dalla dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia che diede il via al primo conflitto mondiale, Papa Benedetto XV il 28 luglio 1915 scriveva l’esortazione apostolica Allorchè fummo chiamati, rivolta ai popoli in guerra ed ai loro governanti.
Il 1915 si apre per Papa Benedetto XV nello stesso modo in cui si era concluso il 1914: con il pressante ed onnipresente pensiero alla Prima Guerra Mondiale e alle sue conseguenti sciagure.
Il pontificato di Benedetto XV è scandito dal lento e terribile procedere della Prima Guerra Mondiale. Molteplici e in diverse forme gli appelli del Papa per il raggiungimento della pace, ma tutti sono rimasti inascoltati.
La storia che stiamo per raccontare ha dell'incredibile, passando per quell'ordinario che tocca la vita di moltissimi uomini. Lo studente Salvatore De Caro ne è il protagonista: è stato un religioso redentorista, morto come sottotenente di fanteria durante la Prima Guerra mondiale.
Il mezzo della pace è la riconciliazione tra i popoli, lo strumento della pace è la riunione dei popoli in una famiglia delle nazioni, la via per la pace è il cristianesimo e soprattutto il suo anelito alla carità: Benedetto XV delinea questi concetti nella Pacem, Dei Munus Pulcherrimum, l’enciclica che firma il 23 giugno 1920, giorno di Pentecoste. È l’enciclica che, in fondo, delinea le politiche per la pace della Santa Sede.
Benedetto XV aveva anche l’idea di scrivere una enciclica sulla pace, con un particolare focus sui nuovi armamenti. E l’idea fu discussa in una delle sedute della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, l’organismo che ai tempi di Papa Dalla Chiesa fungeva da “ministero degli Esteri” vaticano.
E' una vera e propria enciclica-appello la Paterno Iam Diu di Papa Benedetto XV, scritta nel 1919 un anno dopo la fine della Prima Guerra Mondiale che il Papa definì come "inutile strage".
Nel 2018 il mondo ha celebrato la fine della I Guerra mondiale, ma cosa è successo nell’immediato periodo post bellico e come la Santa Sede e i cattolici hanno influito in questo periodo lo sanno in pochi. A cominciare al cambio di missionari nelle zone africane colonizzate dai tedeschi.
Si commemora il centenario dalla fine della Grande Guerra, e tutte le campane del mondo suoneranno alle 13.30 ora di Roma. Anche quella della Basilica di San Pietro, dice Papa Francesco al termine di un Angelus dedicato al passo del Vangelo che ci mostra un vedova dare tutto quello che ha per i poveri, e non il superfluo. E, ricordando la fine della Prima Guerra Mondiale, Papa Francesco esorta: “Investiamo sulla pace, non sulla guerra!”
Una Chiesa impegnata sul fronte diplomatico, ma soprattutto sul fronte umanitario, nel cercare di porre fine alla Prima Guerra Mondiale. Furono 24 gli appelli del Papa per fermare quello che lo stesso Benedetto XV definirà “il suicidio dell’Europa”.
Benedetto XV è stato il Papa che definì la Prima Guerra Mondiale - di cui quest'anno ricorre il centenario della conclusione - l'inutile strage. E proprio per implorarne la conclusione, il Papa pubblicò il 9 maggio 1918 il Motu Proprio Quartus Iam Annus in cui ordinava a tutti i sacerdoti di celebrare la Messa il 29 giugno successivo - solennità dei Santi Pietro e Paolo - per l'avvento della pace.
“Oggi siamo tutti consapevoli che le immani sofferenze di quella guerra furono proprio una inutile strage, e voi qui a Gorizia lo sapete probabilmente meglio degli altri, ma allora tutti respinsero l’appello papale alla pace”. Lo ha detto il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin durante la Lectio Magistralis alla conferenza ad Aquileia: "La guerra: una sconfitta per tutti. A cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale".
Il viaggio di Papa Francesco a Bologna, il prossimo 1 ottobre, sarà nel segno di Benedetto XV. Al Papa saranno consegnati infatti gli atti del convegno “Benedetto XV nel mondo dell’inutile strage”, che esplorava gli sforzi per la pace di Papa Dalla Chiesa. Il quale lanciò il suo appello alle forze belligeranti il 1 agosto 1917. Cento anni fa.
Sabato prossimo, 25 febbraio, la diocesi di Vicenza celebra il primo centenario del voto a Maria Regina della Pace formulato dalla comunità ecclesiale vicentina nel 1917.
L’Ungheria ricorda l’Imperatore Carlo I d’Asburgo, per gli ungheresi re Carlo IV, con una statua nel centro di Budapest. Lo fa per ricordare i cento anni dalla sua ascesa al trono e per non dimenticare il Beato, ultimo re d’Ungheria.
Non si può ridurre Benedetto XV alla sola profetica citazione della Prima Guerra Mondiale come “inutile strage”. Ne è convinto il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin che a Bologna ha ricordato la figura di Papa Benedetto XV, intervenuto al Colloquio Internazionale “Papa Giacomo della Chiesa nel mondo dell’inutile strage”.