Città del Vaticano , 13 March, 2022 / 12:15 AM
Il sonno dei discepoli mentre Gesù prega è un sonno fuori luogo che “somiglia forse a tanti nostri sonni che ci vengono durante momenti che sappiamo essere importanti? Magari alla sera, quando vorremmo pregare, stare un po’ con Gesù dopo una giornata trascorsa tra mille corse e impegni. Oppure quando è ora di scambiare qualche parola in famiglia e non si ha più la forza”.
E’ la questione che pone Papa Francesco come commento al brano evangelico della Trasfigurazione.
Prima della preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno in Piazza San Pietro il Papa ha ribadito che la Quaresima è “un periodo in cui Dio vuole svegliarci dal letargo interiore. Perché, ricordiamolo bene, tenere sveglio il cuore non dipende solo da noi: è una grazia, e va chiesta”.
Come i discepoli Gesù fa luce per svegliarci, spiega il Papa “come loro, anche noi abbiamo bisogno della luce di Dio, che ci fa vedere le cose in modo diverso; ci attira, ci risveglia, riaccende il desiderio e la forza di pregare, di guardarci dentro, e di dedicare tempo agli altri”.
Nonostante la fatica allora “diamo al Signore la possibilità di sorprenderci e ridestarci il cuore” e di “trasfigurare le nostre giornate, di dare loro un senso nuovo, una luce diversa e inattesa” chiedendo aiuto allo Spirito Santo.
Dopo la preghiera il Papa ha detto: " ricordatoFratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri.
Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!
Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente
Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità
diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace,
non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per
chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace".
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