Ginevra, 10 March, 2022 / 10:00 AM
Si sono dovuti aspettare due anni, ma finalmente, secondo il progetto originale ritardato dal COVID e poi dalle recrudescenze della seconda ondata del COVID, si è celebrata una Messa cattolica nella Cattedrale di St. Pierre a Ginevra. Era la prima volta dal 1535. Ma, a differenza del 1535, la celebrazione non è terminata con una rivolta contro i preti presi di mira dal lancio di oggetti considerati idolatri, che portarono alla decisione delle autorità di sospendere la Messa. Piuttosto, c’era la sensazione di essere parte di un momento storico.
C’erano 1500 persone alla cerimonia, presieduta da padre Pascal Desthieux, vicario episcopale di Ginevra. I cattolici sono stati accolti cordialmente da Daniel Pilly, che rappresentava il consiglio della parrocchia protestante. E, durante la celebrazioni, si è anche chiesto perdono per le violazioni contro l’unità dei cristiani.
Oltre a padre Desthieux, la Messa, in una cattedrale gremita già mezzora prima dell’inizio della celebrazione, è stata concelebrata da una quindicina di sacerdoti e quattro diaconi.
Tra i concelebranti, anche il sacerdote ucraino Sviatoslav Horetsky, dell’eparchia greco-cattolica ucraina, che ha incarnato la situazione della guerra, per cui si è pregato sin dall’inizio delle calebrazione.
Padre Desthieux ha anche sottolineato quanto la comunità cattolica sia rimasta toccata dall’invito della comunità protestante di celebrare una Messa a St. Pierre.
Il vicario episcopale ha dunque chiesto perdono per "colpe contro l'unità", atti di scherno, caricatura o sfida alla comunità riformata. La presenza in assemblea di rappresentanti della Ginevra protestante ha mostrato la vitalità delle relazioni ecumeniche nel cantone. “Non abbiamo unito le nostre due Chiese”, ha ricordato il vicario episcopale nel suo sermone, sottolineando quanto la situazione si fosse evoluta da quando “le due Chiese si guardavano con sospetto”.
Padre Desthieux anche ribadito il desiderio di “arricchirsi a vicenda con le nostre differenze” mentre il dialogo ecumenico a volte sembra fermarsi. Ne sono prova le molteplici collaborazioni tra le Chiese di Ginevra – Riformate, Cattoliche Romane e Cattolici-Cristiani – attraverso servizi di cappellania, celebrazioni ecumeniche, conferenze quaresimali.
Infine, il vicario episcopale di Ginevra ha salutato anche coloro "che vivono l'ecumenismo nel modo più intimo", le coppie miste, numerose nel cantone. In riferimento al vangelo del giorno, Gesù tentato da Satana nel deserto, ha chiamato a “resistere alle forze di divisione nella nostra vita tra noi e tra noi cristiani”.
Quindi, un avvicinamento, simbolicamente segnato dall’imposizione delle ceneri tra il pastore Rolland e padre Desthieux, gesto spiegato e poi proposto ai fedeli. Si è reso omaggio anche a padre Jean-Daniel Balet, compositore delle musiche utilizzate scomparso nel 2013, e a padre Marc Passera, che avrebbe dovuto predicare alla celebrazione che non si tenne mai nel 2020 e che è morto improvvisamente proprio in quell’anno.
La prima data per questa storica celebrazione era stata infatti fissata era il 29 febbraio 2020, inizio della Quaresima. Poi, scoppiò la pandemia. Si pensava le cose stessero andando meglio, e si fissò un rinvio al 30 maggio, giorno di Pentecoste. La situazione dei contagi non lo permise. Rinviata a data da destinarsi nel 2021, fu poi deciso che la prima Messa cattolica nella Cattedrale di St. Pierre di Ginevra sarà il 5 marzo 2022, inizio della Quaresima. Si torna così, con due anni di ritardo, al progetto originale. Sperando che non ci saranno nuovi intoppi a quello che si presenta come un progetto storico.
Sia la cattedrale di St. Pierre che quelle di Losanna hanno mantenuto la denominazione cattolica di cattedrale nonostante siano passate ai protestanti nel 1536.
Dal 1821, la diocesi di Ginevra fu unita a quella di Losanna, il cui vescovo risiedeva a Friburgo dal XVII secolo. E solo dal 1924 la diocesi ricevette il nome attuale di Losanna, Ginevra e Friburgo.
I rapporti tra cattolici e protestanti, con il tempo, sono diventati molto buoni, ed è stato questo clima di ecumenismo che ha accolto Papa Francesco alla sua visita a Ginevra il 25 giugno 2018.
Di fatto, però, Ginevra è rimasta comunque una capitale protestante, la città dove viveva Giovanni Calvino. E infatti, nonostante l’importanza della città, Ginevra non è diocesi dal 1801, quando sui cattolici si abbatté anche la scure dei rivoluzionari francesi, che la cancellarono e la assorbirono nella diocesi Monte Bianco, fino a sopprimere tutto il culto cattolico nella città. Se a Losanna c’è già stata una Messa cattolica nella antica cattedrale di Notre Dame una quindicina di anni fa, questo non era mai avvenuto a Ginevra.
L’idea della Messa a St. Pierre nasce a seguito di un invito della parrocchia protestante di Saint-Pierre Fusterie. Prima, St. Pierre aveva ospitato cerimonie ecumeniche. Era tuttavia la prima volta che vengono completamente consegnate le chiavi della cattedrale ai cattolici.
Una cattedrale dal peso simbolico importante, perché Giovanni Calvino la scelse come sua sede negli anni in cui era a Ginevra – e la “sedia di Calvino” è ancora in bella mostra in cattedrale.
Ma a Ginevra, roccaforte del protestantesimo che veniva anche definita la "Roma protestante", i cattolici sono diventati più numerosi dei riformati a partire dagli anni '50-'60 con l'arrivo soprattutto di immigrati italiani, spagnoli e portoghesi.
L'inizio della riforma viene situato nel 1535, quando, l'8 agosto, Guillaume Farel predicò per la prima volta davanti a una folla enorme, malgrado il divieto dei magistrati. Nel pomeriggio dello stesso giorno alcuni iconoclasti devastarono la cattedrale di Saint-Pierre distruggendo statue e immagini che non erano in conformità con il nuovo culto. La riforma venne poi proclamata ufficialmente il 21 maggio 1536.
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