Parigi, 14 February, 2022 / 2:00 PM
Parlare di ciò che unisce, più che di ciò che divide. E parlarne davanti al segno che l’unità dei cristiani è presente nonostante le divisioni, perché cristiano è chi crede che Cristo sia vero Dio e vero uomo, morto in croce e risorto. Così, assume un senso particolarmente simbolico il fatto che le delegazioni della Santa Sede e del Patriarcato di Mosca, lo scorso 12 febbraio insieme, abbiano adorato la corona di spine custodita nella cattedrale di Notre Dame de Paris, che si è salvata dall’incendio che ha reso inagibile la grande cattedrale di Parigi.
L’occasione della presenza delle due delegazioni a Parigi era il sesto anniversario del primo, storico incontro tra un Papa e un Patriarca di Mosca, avvenuto nell’aeroporto dell’Avana, a Cuba, il 12 febbraio 2016. Da allora, il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e il metropolita Hilarion, capo del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, si incontrano ogni anno in quella data, organizzando una conferenza su temi comuni, per portare avanti il percorso del dialogo. Lo scorso anno, l’incontro avvenne online, per via della pandemia. Quest’anno, a ospitare l’incontro è stato il Patriarcato di Mosca, che per l’occasione ha messo a disposizione il Centro Spirituale e Culturale Russo Ortodosso sul Quai Branly a Parigi. E se lo scorso anno la pandemia era un tema di discussione quasi obbligato, quest’anno il tema guarda ad un ritorno alla vita, perché si è parlato de “Il ruolo dei santuari comuni e dei pellegrinaggi nelle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa Cattolica Romana”.
E quale posto migliore e più simbolico di Parigi, la città ferita dall’incendio di Notre Dame, dove viene custodita una reliquia di eguale importanza per cattolici e ortodossi come la Corona di Spine?
Monsignor Patrick Chauvet, rettore della cattedrale di Notre Dame, ha partecipao al panel cattolico ortodosso. Per il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani c’erano il Cardinale Kurt Koch, presidente, padre Hyacinthe Destivelle e Jaromir Zadrapa, officiali del dicastero. Per il Patriarcato di Mosca, il mertopolita Hilarion, il metropolita Antonio, esarca patriarcale dell’Europa occidentale, l’archimandrita Filaret, vicepresidente del Dipartimento di Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca e il segretario del dipartimento, lo ieromonaco Stefan.
Il metrtopolita Hilarion ha sottolineato il ruolo che hanno avuto i santuari nello sviluppo delle relazioni bilaterali tra Chiesa Cattolica Romana e Chiesa Ortodossa Russa, e ha citato come esempio la traslazione delle reliquie di San Nicola in Russia, di cui si era parlato tra l’altro nell’incontro dell’Avana, mentre da sempre a Bari si celebrano servizi ortodossi sulle reliquie con il permesso delle autorità ecclesiastiche locali. E ancora, c’è buona cooperazione tra la Missione ecclesiastica russa a Gerusalemme e la Custodia Francescana di Terra Santa, c’è forte interazione tra Ortodossi e cattolici in alcune tappe del pellegrinaggio di San Giacomo di Compostela.
Oltre al panel, c’è stato un incontro privato tra il Cardinale Koch e il metropolita Hilarion. Secondo il Dipartimento di Relazioni Esterne di Mosca, “le parti hanno discusso una serie di questioni attuali di cooperazione bilaterale tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa, compreso lo scambio di delegazioni di pellegrinaggio, gli scambi di studenti e la cooperazione nel campo della cultura”.
Culmine dell’evento, la celebrazione di fronte alla Corona di Spine. Questa consiste in un cerchio di giunchi uniti in fasci e tenuti insieme da fili d'oro, del diametro di 21 centimetri, sul quale si trovavano le spine.
Citazioni della Corona di Spine si trovano già nei resoconti dei pellegrini diretti a Gerusalemme nel IV secolo.
Tra il VII e il X secolo le reliquie furono progressivamente trasferite a Costantinopoli nella cappella degli imperatori bizantini, in particolare per proteggerle da saccheggi simili a quelli subiti dal Santo Sepolcro durante le invasioni persiane. Nel 1238 Bisanzio fu governata da Baldovino di Courtenay, imperatore latino. In grande difficoltà finanziaria, decise di impegnare le reliquie a banchieri veneziani per ottenere crediti.
Fu a quel punto che San Luigi, re di Francia, interviene, risarcisce i veneziani, e porta la corona di spine a Parigi il 19 agosto 1239, insieme ad altre 22 reliquie, di fronte alle quali il re indossò una semplice tunica e, a piedi nudi, aiutato dal fratello, portò la Sacra Corona a Notre-Dame de Paris prima di depositare tutte le reliquie nella cappella del palazzo. Per preservarli costruì un reliquiario su misura: la Sainte Chapelle.
Durante la Rivoluzione francese, le reliquie furono depositate nella Biblioteca Nazionale. A seguito del Concordato del 1801, saranno ceduti all'Arcivescovo di Parigi che il 10 agosto 1806 li assegnerà al tesoro della Cattedrale dove si trovano ancora oggi.
Da allora, queste reliquie sono state affidate ai canonici del Capitolo della Basilica Metropolitana responsabili della loro venerazione, e poste sotto la tutela statutaria dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Napoleone I e Napoleone III hanno offerto ciascuno un reliquiario che può essere visto nel Tesoro di Notre-Dame.
La venerazione di queste reliquie presentate ai fedeli si è svolta fino al 2019 a Notre-Dame, ogni primo venerdì del mese alle 15, ogni venerdì di Quaresima alle 15 e il Venerdì Santo dalle 10 alle 17.
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