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La fragilità umana è superata dalla potenza di Dio. V Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci presenta l’episodio della pesca miracolosa, avvenuta sul Lago di Tiberiade. Pietro alla richiesta di Gesù di  prendere il largo e di gettare le reti - nonostante non avessero preso nulla nel corso della notte - si fida e obbedisce. Il risultato è straordinario: la rete si riempie di pesci. Pietro, pieno di stupore, si rende conto che Cristo non è un uomo qualsiasi e riconosce di non potere stare alla sua presenza a causa della propria indegnità: “Signore, allontanati da me, perchè sono peccatore”. Ma il Signore non si scandalizza del peccato e dei limiti dell’uomo, anzi lo invita a maturare la consapevolezza che la fragilità umana, per quanto grande, è superata dalla potenza di Dio: “Non temere d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

Pietro è chiamato a diventare, insieme ai suoi amici, pescatori di uomini. Si tratta di un’immagine per dire che sono mandati a rivelare all’uomo, con l’annuncio della Parola di Dio, il mistero della vita, ad offrire una speranza che permetta di guardare al futuro con più respiro, con più luce. Ossia con lo sguardo di Dio che si è fatto carne per liberare l’uomo dalla paura salvandolo dal peccato e dalla morte. L’invito di Cristo, “non temere”, è rivolto a tutti, indistintamente. Con la venuta del Figlio di Dio nella carne la ricerca dell’uomo di una Voce che gli sappia indicare  dove andare per trovare felicità piena e duratura ed essere liberato dal vuoto esistenziale, è terminata perchè Cristo si rivela a noi come la Via, la Verità e la Vita che è venuto a portarci la vita  incorruttibile e immortale nel regno di Dio.

Perchè tutto questo accada è necessario fidarci di Cristo, come hanno fatto i pescatori del Lago di Tiberiade, i quali lasciarono tutto e lo seguirono, senza neppure chiedersi dove li avrebbe condotti. Come possono compiere una simile scelta? Perchè hanno visto i miracoli che Gesù ha compiuto a Cafarnao, di cui uno ha toccato direttamente la loro vita. Parole, gesti e azioni ne rivelano la sua divinità e la sua potenza. La sequela di Cristo - e questo vale anche per noi - suppone una previa conoscenza di Lui. Solo perchè lo abbiamo conosciuto e accolto nella fede come il “Dio con noi” potremo anche farlo salire nella barca della nostra vita. E allora tutto cambierà. L’episodio di questa domenica ci dice che quando l’uomo fa affidamento solo su stesso e sulle proprie capacità la pesca è fallimentare, quando si lega a Cristo esce dalle proprie condizioni di vita, dalla propria confusione, dal proprio egoismo e può vivere  finalmente nell’amore, che è il segreto della felicità e la ragione per la quale siamo stati voluti.

 

   

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