Città del Vaticano , 17 January, 2022 / 4:00 PM
Circa 25 minuti di colloquio con Papa Francesco, e poi un colloquio in Segreteria di Stato, dove vengono toccati i temi importanti: il dossier Balcani, la situazione dei cattolici in Bosnia, l’allargamento dell’Unione Europea anche ai territori dei Balcani. Per la seconda volta, il presidente Komšić fa visita a Papa Francesco. Ma è nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, successivo agli incontri, che si vedono quali sono i temi più importanti in discussione.
Si legge infatti che “nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, è stato espresso apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti e sono state affrontate le priorità della Presidenza collegiale”, e in particolare ci si è soffermati “sulla realtà interna del Paese, ribadendo la necessità di promuovere l’uguaglianza giuridico-sociale di tutti i cittadini appartenenti a ciascun popolo costitutivo”.
L’accenno non è banale. Più volte il Cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, ha denunciato l’esodo nascosto dei cristiani dalla Bosnia, sottolineando che era necessario creare una “uguaglianza a livello giuridico” tra tutte le componenti yugoslave.
Quindi, il comunicato sottolinea che “sono state toccate alcune questioni regionali, tra cui la situazione nei Paesi dei Balcani occidentali e l’allargamento dell’Unione Europea”. Ed è un tema collegato, perché l’allargamento dell’UE anche ai Paesi balcanici, come la Bosnia, in qualche modo andrebbe anche ad alleviare la situazione considerata discriminatoria nel Paese, laddove le persone con passaporto croato sono parte dell’UE e gli altri no.
Sono questi i temi dell’incontro in Segreteria di Stato. Più cordiale quello di Papa Francesco e il presidente, che il Papa ha definito al termine dell’incontro “un uomo buono”.
Sul tavolo c’è anche una proposta della Grecia di istituire una “cabina di regia” sui Balcani con la mediazione della Santa Sede, che includerebbe anche la Bosnia. La Santa Sede ha comunque appoggiato un eventuale allargamento europeo, nonché la necessità di una migliore integrazione degli Stati balcanici.
Papa Francesco ha donato il mosaico raffigurante l’uomo e la donna che rispondono all’invito del Signore nella Genesi e coltivano la terra e i volumi dei documenti papali, nonché il volume della Statio Orbis del 27 marzo 2020 e il volume “L’appartamento pontificio nelle udienze” a cura della Prefettura della Casa Pontificia. Quest’ultimo è una novità tra i doni: ha una prefazione di Papa Francesco, ed è un volume di pregio realizzato in poche migliaia di esemplari e realizzato grazie ad una donazione.
Da parte sua, il presidente ha donato un volume intitolato “Il regno di Bosnia”, di Emir Filipovic, e la replica del sigillo di un regnante bosniaco di epoca medievale.
Questo è stato il secondo incontro tra i due. Komšić ha infatti fatto visita al Papa il 15 febbraio 2020, mentre nel 2019 era stata la volta del presidente Dodik dal Papa.Nel colloquio del febbraio 2020, era stato sottolineato che la Santa Sede avrebbe continuato a fornire un sostegno politico – costruttivo alla Bosnia Erzegovina come Stato multi-etnico. In particolare, si sottolineava nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, nel colloquio erano “stati toccati alcuni temi di comune interesse riguardanti l'ambito internazionale e regionale, quali la pace e la sicurezza, la necessità di favorire percorsi di dialogo per affrontare le diverse sfide nei Balcani occidentali e le prospettive per l'allargamento dell'Unione Europea alla regione".
Cruciale, per la Bosnia, sarebbe una nuova Costituzione. Al momento, la presidenza dello Stato rappresenta le tre etnie principali: quella bosgnacca (musulmana), quella serba (ortodossa) e quella croata.
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