Città del Vaticano , 21 November, 2021 / 12:14 AM
Cristo “non è re come gli altri, ma è Re per gli altri” dice Papa Francesco ai fedeli in Piazza San Pietro prima delle preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno.
Commentando le letture della Solennità di Cristo Re il Papa spiega che Gesù si dimostra, “ sovranamente libero dal desiderio della fama e della gloria terrena. E noi chiediamoci sappiamo imitarlo in questo? Sappiamo governare la nostra tendenza a essere continuamente cercati e approvati, oppure facciamo tutto per essere stimati da parte degli altri? In quello che facciamo, in particolare nel nostro impegno cristiano, contano gli applausi o il servizio?” E ancora dice il Papa: “Cristo, pur essendo al di sopra di tutti i sovrani, non traccia linee di separazione tra sé e gli altri; desidera invece avere fratelli con cui condividere la sua gioia. Seguendolo non si perde, ma si acquista dignità. Perché Cristo non vuole attorno a sé servilismo, ma gente libera”.
E la libertà di Gesù viene dalla verità, dice il Papa, una verità che non è “qualcosa di astratto: è una realtà, è Lui stesso che fa la verità dentro di noi, ci libera dalle finzioni e dalle falsità che abbiamo dentro. Stando con Gesù, diventiamo veri”.
Conclude il Papa: “la miglior prova che Cristo è il nostro re è il distacco da ciò che inquina la vita, rendendola ambigua, opaca, triste. Certo, con i limiti e i difetti dobbiamo sempre fare i conti: tutti siamo peccatori. Ma, quando si vive sotto la signoria di Gesù, non si diventa corrotti, falsi, inclini a coprire la verità. Non si fa la doppia vita”. E aggiunge, peccatori si ma corrotti mai, secondo gli insegnamenti di Sant' Ignazio.
Dopo la preghiara il Papa ha ricordato la GMG e salutato due ragazzi della diocesi di Roma che sono stati con lui alla finestra durante la preghiera. Poi ha sottolineato ancora una volta: "regnare e servire" e i due ragazzi hanno salutato la piazza.
Il Papa ha poi ricordato la giornata della pesca e incoraggiato i cappellani di Stella Maris, le iniziative ONU contro il treffico delle armi.
Tra i saluti anche quello ai partecipanti alla beatificazioe di Jan Macha, "il suo martirio sia seme fecondo di speranza e di pace".
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