Città del Vaticano , 19 November, 2021 / 3:00 PM
“A causa del sovraffaticamento, frequenti sono gli infortuni sul lavoro. Con più di 24.000 morti in un anno, possiamo definire l'industria della pesca mortale. Poco o niente viene offerto come compensazione alle famiglie e ai parenti dei defunti; spesso essi non hanno neanche la consolazione di una tomba su cui pregare e deporre un fiore, perché i corpi vengono prontamente seppelliti in mare”. Lo afferma il Cardinale Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pesca che si celebra domenica 21 novembre.
Spesso – ricorda il Cardinale – “i pescherecci tendono a sconfinare nelle acque nazionali. Scoppiano così scontri armati con i militari che pattugliano i confini nazionali e, se catturati, la nave viene sequestrata, il pescato requisito, l'equipaggio rinchiuso in carcere e abbandonato in un paese straniero dall'armatore che si rifiuta di pagare i biglietti per il loro rimpatrio e il salario arretrato. Gli stipendi non sono proporzionati al numero di ore lavorative svolte; il lavoro straordinario non viene pagato”.
A volte poi – denuncia Turkson – “proprietari di pescherecci senza scrupoli praticano la pesca illegale e altre attività criminali transnazionali, come la tratta di persone, la schiavitù, nonché il contrabbando di droga e armi”.
“Come Chiesa cattolica – aggiunge il porporato - riconosciamo alcuni miglioramenti nelle condizioni umane e lavorative dei pescatori; purtuttavia ci rendiamo conto che ci sono ancora troppe violazioni dei diritti umani in mare. Ancora una volta, ci appelliamo alle organizzazioni internazionali, ai governi, alle società civili, ai diversi attori della filiera della pesca e alle ONG affinché uniscano le loro forze per fermarle! I problemi che affliggono il settore della pesca sono interconnessi. Se non concentriamo la nostra attenzione su questi continui abusi e violazioni in mare e non lavoriamo insieme per creare un'industria della pesca in cui i diritti umani e lavorativi dei pescatori siano garantiti e sostenuti, potrebbe diventare più difficile sradicarli e il costo umano ed economico sarebbe molto alto per l'industria”.
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