Padova, 19 November, 2021 / 6:00 PM
Nel deserto il silenzio avvolge ogni cosa, dilata le distanze, fa apparire ciò che è lontano molto vicino e al contrario quel che è vicino sembra allontanarsi verso l’orizzonte sconfinato. Qui, proprio qui, Charles ha sentito così vicina la voce di Dio. E come ogni giorno anche questo giorno, il giorno della sua morte, lui aspetta il levarsi della luce per ringraziare del dono della vita. Ed è felice in quel primo dicembre del 1916, nell’eremo di Tamanrasset, contento del lavoro portato a termine anche questa volta.
Ma oggi tutto sarà diverso: si sentirà un rombo avvicinarsi sempre più, cavalli al galoppo, urla, l’inferno scatenato all’interno del fortino costruito proprio da lui, per proteggere i suoi poveri dai predoni del deserto. Che ora arrivano per seminare strage e paura, in cerca del tesoro che il frate bianco dice di possedere. Glielo strapperanno, a costo di fare a pezzi quel povero pazzo di un francese che ha scelto di vivere in mezzo alla sabbia, alle pietre, agli straccioni che considera suoi fratelli.
Ancora più rabbiosa la reazione quando scopriranno che quel tesoro non esiste, era un altro delirio del frate, per il quale il tesoro più prezioso di ogni altra cosa al mondo è Gesù Eucarestia.
Così finisce la storia terrena di Charles de Foucauld, che ha i connotati di un vero romanzo, come nella sua drammatica fine, con tutti gli elementi del romanzesco e dell’esotico: un uomo nel deserto, tra le mura erette tra la sabbia, i predoni in cerca di un tesoro…Ma per lui, nella sua rinascita in cielo, è cominciata un’altra esistenza molto più lunga e ricca di frutti.
In questi giorni è stata resa ufficiale proprio la notizia che diventerà santo il 15 maggio 2022. E quindi si è tornato a parlare di questa figura straordinaria che ha sempre continuano ad affascinare credenti e non credenti.
Il miracolo che fa diventare santo Charles de Foucauld, è avvenuto nel 2016, cento anni esatti dopo la sua morte. Per intercessione del sacerdote francese si è salvato miracolosamente da una morte certa un giovane apprendista francese di 21 anni, non ancora battezzato, e chiamato Charles dai suoi genitori.
Ma torniamo ancora nel deserto del Sahara. E’ il 1933, Sahara algerino. Frere Charles è morto da quasi vent’anni, ma il suo spirito e il suo esempio sono più vivi che mai. Nascono nel deserto i Piccoli Fratelli di Gesù, direttamente per sua ispirazione. Tra gli animatori di quest’opera c’è René Voillaume. Dal deserto delle tribù berbere musulmane, la fraternità estende successivamente il proprio ambito di apostolato al mondo operaio, fortemente scristianizzato, delle città industriali francesi: nel 1947 Voillaume fonda a Aix-en-Provence, con tre confratelli, la prima fraternità operaia dei Piccoli Fratelli di Gesù, che, alla preghiera e alla contemplazione, unisce la condivisione piena della vita dei lavoratori, alla sequela del Gesù di Nazareth, umile e povero artigiano.
E proprio in queste settimane viene pubblicato dalla San Paolo Editore il libro di Voillaume dal titolo “Charles de Foucauld e i suoi discepoli”, in cui viene tracciata la storia di questa singolare famiglia spirituale che giunge sino al 1968, anno in cui la fraternità ottiene la piena approvazione della Chiesa con il conferimento del diritto pontificio. Un’occasione per riscoprire la figura e l’opera del futuro santo alla luce della sua eredità spirituale.
René Voillaume nasce il 19 luglio 1905 a Versailles in una famiglia numerosa e profondamente credente. Attratto in un primo tempo dai Padri Bianchi, dopo la lettura della biografia di padre de Foucauld, scritta da Hervé Bazin, si sente chiamato a un altro percorso. Dopo un periodo d'incertezze e difficoltà , nel 1933 fonda, insieme con alcuni discepoli, la prima comunità dei Piccoli Fratelli di Gesù, a El-Abiodh-Sidi-Cheikh, nel Sahara. Nel 1956 fonda i Piccoli Fratelli del Vangelo e nel 1963 le Piccole Sorelle del Vangelo. Nel 1968 papa Paolo VI lo invita a predicare in Vaticano. Muore il 13 maggio 2003.
Voillume e la sua vita spesa a diffondere l’idea di fraternità universale sono proprio uno dei frutti maturi della “scommessa” di De Foucauld: del resto sono ben diciannove differenti famiglie di laici, sacerdoti, religiosi e religiose nate nel solco della sua esperienza, in primo luogo le fraternità dei Piccoli fratelli e delle Piccole sorelle di Gesù. le sue molte vite e la via che ha imboccato e ha indicato. Una giovinezza turbolenta, anche dissipata, i lutti, la solitudine, il desiderio di trovare un senso vero per esistere e poi intellettuale, filosofo, geografo, esploratore. Non credeva più, dai tempi dell’adolescenza, si converte nel 1886 a Parigi e da quel momento, come scriverà lui stesso, il suo scopo principale è identificarsi con Dio, l’unica cosa che davvero sia importante. Per avvicinarsi a Lui capisce che deve vivere l’esperienza totalizzante della Trappa e del deserto, insieme alla vicinanza con la gente più umile ed emarginata dalla storia. Il suo modello è la famiglia di Nazaret, Gesù che vive nel nascondimento e nella umile vita quotidiana. Sì, proprio quella che logora e stanca, che tutti finiscono per disprezzare e vogliono fuggire, ma nella quale si incontra Cristo. Sceglie di incontrare e di vivere con la popolazione tuareg, a cui far conoscere il Vangelo, rimanendo con questo popolo fino alla sua drammatica fine, in quel primo dicembre 1916.
E da allora, dal deserto bagnato di sangue, fiorisce il carisma di quest’uomo “che ha dato una testimonianza che ha fatto bene alla Chiesa”, come ha affermato Papa Francesco nella Messa in casa Santa Marta del primo dicembre 2016, nel centenario della morte. E Benedetto XVI al momento della beatificazione, il 13 novembre 2005, ha dichiarato che l’intera sua vita rappresenta “un invito ad aspirare alla fraternità universale”.
Renè Voillaume Charles de Foucauld e i suoi discepoli, pagine 600 € 30,99, San Paolo Edizioni.
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