lunedì, novembre 25, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Nostra aetate, cinquant'anni di dialogo tra le religioni grazie al Concilio

“Il Concilio Vaticano II, nel porsi all’ascolto di un mondo in rapido cambiamento e che esigeva delle risposte adeguate, si adoperò perché la testimonianza del Vangelo di Gesù giungesse laddove le frontiere sembravano insormontabili e più complicate: nel cuore degli uomini e delle donne che praticano altre religioni e volle che ciò avvenisse in maniera amichevole e rispettosa.”

Il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso  ha aperto così con il suo intervento il Convegno internazionale, in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”.

Un evento che in tre giorni mette a confronto i rappresentanti delle diverse religioni che dalla “Nostra aetate” ad oggi hanno avuto un ruolo nuovo a fianco ai cristiani nel mondo.

“Papa Paolo VI- ha detto il cardinale Tauran- aveva già preparato la Chiesa ed il mondo alla promulgazione della Nostra aetate, istituendo un Segretariato per i non-cristiani, oggi Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, come Dicastero indipendente della Curia romana il 19 maggio del 1964.”

Tauran ha ricordato le difficoltà dell’iter del documento conciliare che ha “ persino rischiato di essere ritirata dall’agenda, mentre era stato lo stesso Giovanni XXIII a inserirvela.”

Da una testo solo sul tema della responsabilità dei cristiani di fronte alla Shoah si arrivò al rapporto con altri gruppi religiosi, in particolare ai musulmani. E “a cinquant’anni di distanza, rileggere questo documento e constatare che non ha perso nulla della sua attualità” è significativo tanto che “pochi decreti del concilio risultano altrettanto opportuni nel doloroso momento storico che ci troviamo a vivere. Questo testo conferisce ai cattolici un ruolo particolare di attori della riconciliazione nell’attuale situazione internazionale.” Per il cardinale “la Nostra aetate ha esortato i cristiani ad andare incontro agli altri credenti avendo chiara la propria identità e con uno spirito di rispetto, stima e collaborazione”. E  “in questi tempi- ha detto Tauran-per tanti motivi bui e difficili, sono convinto che lo scopo del dialogo tra le religioni è quello di fare un percorso comune “verso la verità”. Un percorso che deve tener conto dell’identità di chi dialoga: non si può dialogare nell’ambiguità; dell’attenzione all’altro: chi prega e pensa in maniera diversa dalla mia non è un nemico; e della sincerità delle intenzioni reciproche.”

Nel saluto iniziale il rettore della Università Gregoriana, Padre Dumortier ha detto che  “commemorare il cinquantesimo di quella pietra miliare che è stata e rimane Nostra Aetate non significa soltanto riferirsi a un testo, ma provare la sua pertinenza e la sua rilevanza per l’oggi. In questo senso, commemorare significa camminare – un camminare su vie già aperte, passo dopo passo, e camminare in avanti.” Ed ha aggiunto che “l’apertura all’altro e il dialogo, la volontà di pace e il rispetto dei diritti di tutti hanno un prezzo da pagare: l’umiltà, la benevolenza e la carità che ci pongono sulle difficili frontiere dove si gioca una speranza che vuole essere una bussola e una luce per tutti noi. Senza questa speranza, la società perde la sua anima. Oggi, in alcune società, ci sono tentativi di eclissare il ruolo delle religioni e delle spiritualità della vita pubblica; in altre società si svolgono inaccettabili violenze in nome di Dio. Queste situazioni richiedono un impegno nuovo da parte di coloro che sono spinti da una vera, profonda e intensa ricerca spirituale, per vivere un dialogo autentico come forza di pace e di amicizia.”

Nella sessione inaugurale è stato anche presentato un film “The Leaven of good”, “Fermenti di bene” che prende il titolo da una espressione utilizzata da Papa Francesco durante l’Angelus del 1° febbraio di quest’anno. Il film è diviso in tre parti ha detto Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, Segretario Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso,

la prima tratta della genesi della Nostra aetate e del periodo conciliare; la seconda affronta i 50 anni di storia attraverso gli eventi e le riflessioni;  la terza parla dell’attualità e delle necessità del futuro.

Nella seconda giornata si sono alternati molti relatori di varie religioni su temi come il dialogo , l’impegno per la pace, la sfida della libertà religiosa, la trasmissione dei valori, con tavole rotonde tematiche.

Ebrei, musulmani, buddisti, cristiani per ribadire la necessità di quel testo e la sua attualità in un mondo che sembra ancora ben lontano dal comprendere che la religione non è compatibile con la violenza e che il dialogo è frutto della ricerca della verità e del bene comune.

Questa mattina sarà il Papa a ricevere tutti i partecipanti in una udienza straordinaria, poi le conclusioni in serata con l’intervento del Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin.

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