Roma, 27 October, 2015 / 12:00 AM
Su Rom e Sinti “il Papa chiede di voltare pagina”. E questo “si può puntando subito su scolarizzazione e integrazione”. Per Sant’Egidio, tra gli organizzatori dell’incontro mondiale del Popolo gitano a Roma, che ieri è culminato con l’udienza in Aula Paolo VI, “sradicare l’antigitanismo è un dovere delle nostre società”.
“L’esperienza ormai trentennale della nostra Comunità per la promozione umana e i diritti di questo popolo, in Italia e in Europa, - scrive la Comunità trasteverina in una nota - dimostra quanto sia indispensabile offrire la scolarizzazione a tutti i minori sensibilizzando le famiglie e costruendo una rete con le istituzioni”.
Per Sant’Egidio, “occorre inoltre favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e, più in generale, l’integrazione dei Rom, dei Sinti e degli altri gruppi gitani. In questo impegno, se la scuola è in primo piano, occorre al tempo stesso lavorare per migliorare le condizioni di vita delle famiglie, a partire dagli alloggi, che con la loro precarietà mettono ogni giorno a rischio la sopravvivenza e la salute di chi vi abita, proprio a partire dai minori: non ci sia più – nell’inverno ormai alle porte - un bambino che debba morire per il freddo o per l’incendio dell’abitazione in cui vive”.
Ieri Papa Francesco ha detto che “è davvero giunto il momento di scrivere una nuova storia del popolo gitano, che dopo aver sofferto durante la seconda guerra mondiale la persecuzione nei campi di sterminio, è ancora oggi oggetto di razzismo e xenofobia. Come è accaduto per l’antisemitismo occorre bandire dalle nostre società l’antigitanismo, radicato in troppi ambienti, anche nel cuore dell’Europa”.
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