Roma, 02 November, 2021 / 11:11 AM
“Fermatevi fratelli e sorelle, fermatevi fabbricatori di armi, fermatevi!” L’appello di Papa Francesco prorompe verso la fine di una breve omelia, tenuta a braccio, al Cimitero Militare Francese di Roma. Per la terza volta, il Papa celebra in un cimitero militare, e il ricordo di Anzio e Redipuglia compaiono nella sua omelia, in cui lascia due pensieri. Il primo: che l’ultimo passo della vita ci deve trovare in cammino. Il secondo: che le tombe stesse dei cimiteri militari devono ricordare la pace.
Comincia Papa Francesco: “Mi viene in mente uno scritto, alla porta di un piccolo cimitero al Nord: Tu che passi pensa ai tuoi passi e dei tuoi passi pensa all’ultimo passo”.
Il Papa ricorda che “la vita è in cammino, tutti noi siamo in cammino, tutti noi se vogliamo fare qualcosa nella vita siamo in cammino, che non è passeggiata e neppure labirinto”.
Papa Francesco continua: “Tu che passi ferma il passo e pensa dei tuoi passi l’ultimo passo. Tutti avremo l’ultimo passo”. Ed è importante, aggiunge, che “quell’ultimo passo ci trovi in cammino, e non in passeggiata e non in un labirinto senza fine”.
Papa Francesco poi guarda alle tombe, a “Questa gente, brava gente, che è morta in guerra, è morta perché è stata chiamata a difendere la patria, a difendere valori, ideali e tante altre volte difendere situazioni politiche tristi e lamentabili”.
Queste tombe sono “le vittime della guerra, che mangia i figli della patria. Io penso a Anzio, Redipuglia, penso al Piave nel 1914… tanti sono rimasti lì. Penso alla spiaggia di Normandia. 40 mila caduti in quello sbarco”.
Papa Francesco, che prima della Messa ha fatto un omaggio alle tombe, è rimasto colpito da una tomba su cui era scritto: “Inconnnu, mort per la France. 1944”.
“Neppure il nome – commenta il Papa - Nel cuore di Dio c’è il nome di tutti noi, ma questa è la tragedia della guerra”.
Papa Francesco si dice “sicuro che tutti questi che sono andati in buona volontà, chiamati dalla patria per difenderla, sono con il Signore, ma noi che siamo in cammino lottiamo sufficientemente perché non ci siano le guerre, perché non ci siano le economie dei Paesi fortificate per le industrie delle armi”.
E conclude: “Oggi la predica dovrebbe essere di guardare le tombe. Queste tombe sono messaggio di pace. Fermatevi fratelli e sorelle, fermatevi fabbricatori di armi, fermatevi!” Perché, per Papa Francesco, quelle sono tombe che parlano, e che “gridano pace”.
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