Città del Vaticano , 15 September, 2021 / 5:16 PM
Sì alla tutela civile delle persone omosessuali, ma no al matrimonio, perché quello è un sacramento, e si contrae tra uomo e donna. E un no, netto, non solo all’aborto, ma anche a quanti lo supportano, perché è un omicidio e supportandolo ci si mette fuori dalla comunità cristiana. E però, il Papa non dà ricette sulla questione della comunione ai politici che sostengono l’aborto o il diritto di scelta della donna, sottolinea che non si deve comunque pensare secondo politica, ma secondo dinamiche pastorali, perché quando fa politica la Chiesa perde se stessa.
Trenta minuti di conferenza stampa, passati velocemente, come breve è il tragitto che riporta il Papa da Bratislava a Roma (circa una ora e venti di volo). Si tratta dell’ultimo volo di un Papa su Alitalia, ed è un volo che viene al termine di quattro giorni pieni di dibattito, dalla questione del green pass obbligatorio per quanti partecipavano agli eventi papali in Slovacchia (tema più politico che pastorale) all’incontro che forse sarebbe avvenuto e forse no con il premier ungherese Viktor Orban, fino ai grandi temi: la famiglia e la comunione per i politici che supportano l’aborto, questione molto dibattuta negli Stati Uniti, che ha visto anche un intervento della Congregazione della Dottrina della Fede alla vigilia della pubblicazione di un documento della Conferenza Episcopale USA.
Il tema della comunione ai politici che sostengono l’aborto è, per Papa Francesco, l’occasione per fare un ragionamento più ampio. Prima di tutto, sottolinea di non aver “mai rifiutato l’Eucarestia”, ma anche di non essere mai stato cosciente di aver dato la comunione a “qualcuno in queste condizioni”. Quindi, il Papa ribadisce che la comunione “non è un premio dei perfetti”, ma è piuttosto “un dono, un regalo, la presenza di Gesù nella sua Chiesa, è la comunità, è la teologia”, e quindi “coloro che non stanno nella comunità non possono fare la comunione, perché sono fuori comunità, sono scomunicati”.
Papa Francesco si sofferma poi sull’aborto. “È più di un problema. L’aborto è un omicidio. Senza mezze parole, chi fa un aborto uccide”, sottolinea. E ricorda come un bambino già alla terza settimana dal concepimento ha tutti gli organi, si tratta di “una vita umana, e una vita umana va rispettata”. Un principio “chiaro”, perché “scientificamente è vita umana”. E allora – si chiede Papa Francesco – “è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?”
Il Papa ci tiene a dire che questo lo ha detto più volte pubblicamente, e che proprio questo principio spiega che “la Chiesa è così dura su questo argomento”, altrimenti sarebbe “come se accettasse un omicidio quotidiano”.
Quindi, il Papa parla di chi “non è nella comunità e non può fare la comunione perché sta fuori la comunità”. Fin qui, è la teologia. Poi, Papa Francesco spiega che il problema della comunione “non è teologico, ma pastorale”, e che se non si gestisce come pastori “ci si schiera sulla vita politica”, e fa gli esempi della notte di San Bartolomeo, di Giovanna d’Arco, di Giordano Bruno, di Savonarola. Tutte situazioni, dice il Papa, in cui la Chiesa non ha difeso un principio in maniera pastorale.
Per Papa Francesco, il pastore non deve “andare condannando”, deve anche essere pastore dello scomunicato, deve avere lo stile della vicinanza, della compassione e della tenerezza. E no, il Papa non dice se si deve o non deve dare la comunione ai politici pro aborto, perché quella è “casistica”, ammette di non conoscere “i dettagli” della situazione negli Stai Uniti”, ma ci tiene a rimarcare il principio di essere pastore, che anche quelli scomunicati sono “figli di Dio e hanno bisogno della nostra vicinanza pastorale”. Sottolinea: “I principi sono nella teologia, la pastorale è teologia e insieme lo Spirito Santo che ti va conducendo”. E lamenta la discussione – a suo dire simile – anzi “la tempesta” che si è scatenata sul tema dell’accompagnamento ai divorziati risposati nell’Amoris Laetitia.
Questione famiglia: cosa pensa il papa della risoluzione europea che chiede agli Stati membri dell’Unione di riconoscere i matrimoni omosessuali e la genitorialità parentale?
“Ho parlato chiaro su questo – risponde Papa Francesco - il matrimonio è un sacramento e la chiesa non ha il potere di cambiare il sacramento. Queste sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente di orientamento sessuale diverso ed è importante che si aiuti questa gente senza entrare in cose che per natura nella Chiesa non vanno”.
Quello del Papa è un sì a qualche forma di riconoscimento civile, per eredità, questioni sanitarie, una forma che, come i PACS francesi, riguardi anche le coppie eterosessuali non coniugate. Ma, ribadisce Papa Francesco, “il matrimonio come sacramento è uomo e donna”. E chiede: “Non fate che la Chiesa rinneghi la sua verità”. Aggiunge poi: “Tante persone di orientamento omosessuale si accostano al Sacramento della Penitenza, ai sacerdoti e questo li aiuta ad andare avanti nella propria vita.
Papa Francesco si è difende dalle accuse di non aver visitato l’Ungheria, dice di aver promesso al presidente un viaggio più lungo, sottintendo che ci teneva a partecipare solo al Congresso Eucaristico. E ha parole belle per l’Ungheria, per l’ “ecumenismo profondo”. E dal Congresso Eucaristico guarda all’Europa. “L’Europa, deve, lo dico sempre, prendere i sogni dei padri fondatori dell’Unione Europea. L’Unione Europea non è una riunione per fare le cose, c’è una spirito alla base dell’Unione Europea che hanno sognato Schuman, Adenauer, De Gasperi”. È a quelle radici che si deve tornae, dice il Papa, perché “’è il pericolo che sia soltanto un ufficio di gestione e questo non va Si deve andare alla mistica, cercare le radici dell’Europa ed andare avanti. Tutti i Paesi devono andare avanti. Alcuni interessi non europei cercano di usare l’UE per le colonizzazioni ideologiche”.
Quindi, il tema della vaccinazione. Il Papa sottolinea che “l’umanità ha una storia di amicizia con i vaccini”, concede che il dibattito odierno nasce forse dall’incertezza non solo della pandemia ma anche della diversità dei vaccini e anche la fama di alcuni vaccini, che non sono altro, sono un po’ di più di acqua distillata. Questo ha creato paura alla gente”. Per Papa Francesco “si deve chiarire e parlare con serenità di questo”.
Mentre chiarisce che nell’incontro con il Presidente ungherese Ader, il premir Viktor Orban e il vice primo ministro Semjen non si è parlato di migranti, sottolinea che la conversazione è stata condotta dal presidente, mentre gli altri intervenivano per delle questioni tecniche, e che i temi principali sono stati l’ecologia (per cui loda il lavoro dell’Ungheria) e della famiglia, in particolare della legge ungherese per aiutare le copie giovani a sposarsi e ad avere figli, “una legge che somiglia a quella francese, ma più sviluppata”.
Conclude: “Si vece che c’è tanta gente giovane. Anche in Slovacchia. Sono rimasto colpito. Tanti bambini, tante coppie giovani, ora la sfida è trovare posti di lavoro perché non vadano fuori dopo”.
Nota a margine: a Papa Francesco è stata consegnata dal giornalista Stefano Maria Paci una lettera di Edith Bruck, scrittrice ebrea ungherese che il Papa ha visitato lo scorso febbraio, in cui lo ringraziava per i suoi continui appelli contro il mai eradicato antisemitismo.
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