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Un servizio di EWTN News

La pandemia non ferma i Virtuosi del Pantheon e il progetto Enigma Raffaello

La pandemia non ha fermato chi davvero ama e sostiene la cultura. Lo illustra bene la attività della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon  che tra il 2020 e il 2021 non si è fermata, ma ha scelto di dedicare energie ad attività di ricognizione del suo patrimonio per aggiungere altri tasselli alla sua storia secolare, agli studi sull'arte e sull'architettura a Roma e in Italia. 

Fondata nel 1542, inizia la sua attività sociale l’1 gennaio 1543 con sede nella prima cappella a sinistra nel Pantheon dedicata al patrono San Giuseppe. Fu il primo Sodalizio di artisti a Roma autorizzato da Paolo III, il quale interrompeva nei fatti il regime giuridico dei regolamenti medievali delle singole corporazioni: tutti gli artisti potevano appartenere ad una sola società. Ne hanno fatto parte i principali artisti di ogni tempo, anche stranieri, come, Francesco Mochi, Pietro da Cortona, Velazquez, Borromini, Vanvitelli, Canova, Valadier. Pochi anni dopo la fondazione furono cooptati nella Compagnia anche i musicisti. La loro attività consisteva in pratiche religiose e in opere di assistenza. Nella seconda metà del XIX secolo, grazie ad un lascito di un sodale, Ludovico Stanzani, fu istituito un Pensionato, con il quale si formarono giovani artisti. Nel 1995, Papa Giovanni Paolo II ha aggiunto la Classe dei Letterati e Poeti e la categoria dei Cineasti nella Classe già esistente dei pittori.

Nel corso di quest'anno l'Accademia ha promosso anche due importanti campagne di restauro. La prima dedicata al nucleo di oltre 300 disegni di architettura, derivati delle tipologie di concorsi attivate a partire dal 1838, e del suo corredo documentario, che è stato catalogato grazie ad una convezione stipulata con Roma Tre ed, in particolare, con il supporto del Master in Culture del Patrimonio. Il passaggio successivo sarà la digitalizzazione dell'intero corpus grafico, al fine di dare accesso agli studiosi per tesi di dottorato e pubblicazioni scientifiche. 

Il secondo intervento di restauro di restauro ha interessato la coppia di schizzi del pittore Vincenzo Camuccini, realizzati nel 1833, in occasione del rinvenimento delle presunte spoglie di Raffaello Sanzio, che rappresentano rispettivamente lo scheletro appena scoperto e, dunque, scomposto; e lo scheletro ricomposto e ordinato dal medico incaricato, Antonio Trasmondo

Altro progetto in cantiere il convegno sull’ “Enigma Raffaello” , frutto di un progetto di ricerca scientifica, approvato dal Comitato nazionale del Ministero beni culturali per la celebrazione dei 500 anni dalla morte dell’artista; e promosso congiuntamente da quattro istituzioni: la Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, La Sapienza Università di Roma, i Musei Vaticani e l’Accademia di Belle Arti di Roma. 

Chi poteva avere interesse alla scomparsa del Sanzio? E inoltre, quale influenza può avere avuto la sua fine nella evoluzione della storia dell’arte figurativa? Si è voluto quindi riaprire il dibattito nel campo medico-scientifico che oggi, grazie a tecnologie molto innovative, è in grado, tramite l’analisi di piccoli frammenti ossei, di ottenere risultati sulle cause che hanno determinato la fine dell’artista: malattia? Avvelenamento?  O cos'altro?

A partire da questi dubbi, il progetto Enigma Raffaello prenderà adesso la forma di un libro con contributi di rilievo, sia di ambito storico artistico, sia scientifico, volto ad attivare nuove riflessioni sulle vicende legate agli ultimi anni di vita dell’artista; applicando e comparando quesiti di natura storico critica al campo medico.

Il volume sarà presentato nel mese di ottobre 2021. 

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