Città del Vaticano , 27 July, 2021 / 7:57 PM
Dovevano essere due le udienze di apertura ma alla fine il tribunale vaticano ha scelto di chiudere in una sessione fiume di 7 ore.
Il processo sulla vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra si è aperto con una serie di eccezioni e riposte di ordine procedurale come da prassi.
Il dibattimento inizierà il 5 ottobre prossimo. Presenti in aula soltanto il cardinale Giovanni Angelo Becciu e monsignor Mauro Carlino.
Il Cardinale ha dichiarato ai giornalisti al termine dell’udienza: “ Obbediente al Papa che mi ha rinviato a giudizio, sono sempre stato obbediente al Papa, mi ha incaricato di tante missioni nella mia vita, ha voluto che venissi a processo e sto venendo al processo. Sono sereno, mi sento tranquillo in coscienza, ho la fiducia che i giudici sapranno bene vedere i fatti e la mia grande speranza è certezza che riconoscano la mia innocenza. Poi vorrei dire che, con grande dispiacere e dolore, ma ho dato mandato agli avvocati di denunciare per calunnia monsignor Alberto Perlasca e la signora Francesca Immacolata Chaouqui per le gravi falsità che hanno detto su di me e che sono apparse nelle carte processuali”.
Il Collegio giudicante era composto dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, dal Venerando Marano, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” e da Carlo Bonzano, ordinario di Diritto processuale penale all’Università di Roma “Tor Vergata”.
La Santa Sede e lo Ior si sono costituite parte civile, tutelata dall’ex Ministro della giustizia italiana Paola Severino, presente in aula insieme agli avvocati degli imputati.
A seguire l’udienza è stato ammesso un pool di giornalisti che ha seguito l’udienza dalla 9.17 alle 16.45.
Tra le contestazioni da parte degli avvocati difensori la legittimità, sia da parte dell’Apsa che dello Ior, di costituirsi parte civile con richiesta di nullità del decreto di citazione. Fabio Viglione avvocato del cardinale Becciu, ha contestato la mancanza di alcuni atti, soprattutto della trascrizione degli interrogatori di monsignor Alberto Perlasca.
L’avvocato di Crasso e delle sue società, Panella, ha fatto notare che questo procedimento si è avvalso di 4 rescritti del Papa, definendo il rescritto “un atto amministrativo che non può modificare la legislazione in corso”. L’avvocato Intieri, difensore di Tirabassi, ha affermato che “non c’è una sola circostanza di fatto” che lega il suo assistito allo Ior, mentre l’avvocato di Ceciclia Marogna, Fiorino Ruggio, ha richiesto il rinvio e lo stralcio finché la sua assistita non sia liberata dall’obbligo del segreto istruttorio, che la vincola a non poter rispondere. L’avvocato Ambra Giacinto, che difende Gianluigi Torzi, ha richiesto il libero impedimento perché la richiesta di estradizione a Londra non consente al suo assistito di allontanarsi per le misure di carattere restrittivo. L’avvocato Caiazzo, legale di Raffaele Mincione, ha dichiarato di essere venuto a conoscenza “casualmente” di un mandato di cattura per il finanziere, emesso nel 2020 e che non risulta ancora depositato, definendo il fatto “particolarmente grave”. Brühlart, tramite il suo avvocato, ha fatto sapere di essere impedito a Zurigo, ma di acconsentire al proseguimento del processo, mentre l’avvocato Aiello, legale di Squillace, si è associato alle precedenti richieste.
Paola Severino, ha dichiarato infondate, e quindi da rigettare, tutte le eccezioni presentati dalle parti. Presente in aula per lo Ior l’avvocato Roberto Lipari, che ha sottolineato come l’Istituto per le Opere di Religione sia parte lesa.
Il procuratore aggiunto, Alessandro Diddi, ha dichiarato: ”Se abbiamo commesso degli errori, siamo pronti a rimediare. Rispettiamo i diritti della difesa”. Il promotore di giustizia, Gian Piero Milano, ha fatto notare che il rescritto del Papa “è un atto legislativo, giurisdizionale, il cui uso va correlato al contesto di riferimento, ed è espressione suprema della potestà del Papa. C’è il rischio di travisare gli atti, se lo si guarda solo da un’ottica laica”.
Alle 15.22 l’udienza è stata sospesa e la Corte si è ritirata in Camera di Consiglio per un’ora e venti minuti. Alle 16.43 il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha revocato il mandato di cattura a carico di Raffaele Mincione, emesso il 19/6/2020 e ha stabilito il rinvio a giudizio in contumacia per tutti gli assenti, eccetto mons. Carlino, il cardinale Becciu e Torzi, che non partecipa al processo per legittimo impedimento.
Oltre al cardinale Giovanni Angelo Becciu, accusato di peculato, abuso d’ufficio anche in concorso e subornazione sono altre nove le persone citate in giudizio: René Bruhlart, ex direttore dell’Aif abuso d’ufficio; Mauro Carlino, ex segretario del card. Becciu estorsione e abuso d’ufficio; il banchiere Enrico Crasso peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa, abuso d’ufficio, falso materiale di atto pubblico commessa dal privato e falso in scrittura privata; Tommaso Di Ruzza, ex direttore dell’Aif peculato, abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ ufficio; Cecilia Marogna, peculato; il finanziere Raffaele Mincione peculato, truffa, abuso d’ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio; l’avvocato Nicola Squillace; il commercialista Fabrizio Tirabassi corruzione, estorsione, peculato, truffa e abuso d’ufficio; il broker Gianluigi Torzi estorsione, peculato, truffa, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriclaggio.
Il presidente del tribunale Pignatone si è riservato di pronunciarsi su tutte le eccezioni e le richieste presentate dalle parti, rimanendo aperto anche ad ulteriori istanze e richieste delle stesse relative ad atti o a documenti audio e video. Al procuratore aggiunto, Alessandro Diddi, ha chiesto di riconsegnare, entro il 21 settembre, copia dei supporti informatici alle parti e a queste ultime ha chiesto di consegnare, entro il 4 ottobre, ogni ulteriore memoria, istanza o richiesta. Ha fissato infine la prossima udienza al 5 ottobre alle 9.30.
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