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Un servizio di EWTN News

Letture, quando l'Africa diventa maestra di vita e spiritualità

Immaginiamo un cortile dalle proporzioni perfette, un giardino di delizie, fiori, alberi, acqua zampillante; immaginiamo piccoli gruppi di persone che dialogano, passeggiano, accompagnati da musiche sublimi: è questo il volto del Paradiso terrestre? Perlomeno era il volto che ne dava il Rinascimento e che è rimasto, per così dire, inciso nel nostro Dna più intimo e profondo.

Oggi qualcuno osa riaccendere questo sogno di bellezza e di spiritualità, soprattutto dopo che la pandemia ci ha costretti all’isolamento, alla solitudine, ad una vita spenta. Ecco dunque assumere forma e sostanza il progetto "Il mito di Ercole: Rinascimento e rinascita", a Padova, già alla seconda edizione, dal 15 al 30 luglio. Progetto culturale tra parole e musica ideato e curato dall’architetto Paola Cattaneo, promosso e organizzato dall’Orchestra di Padova e del Veneto in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Padova. Il programma presenta cinque appuntamenti che tracciano un itinerario suggestivo, alla scoperta di cortili e giardini rinascimentali, dove, accompagnati dalle esecuzioni musicali di OPV, personalità del mondo della cultura e dell’arte  si confrontano coinvolgendo il pubblico su alcuni temi specifici legati all’arte, la musica, la gestione dei beni culturali e molto altro ancora. 

L’Orchestra è protagonista con diverse formazioni cameristiche, adeguandosi alle dimensioni dei cortili e dei giardini, con un programma musicale principalmente legato alla musica di Mozart nell’ambito della celebrazione del 250° anniversario della visita del compositore austriaco a Padova. La rassegna promuove un’importante collaborazione tra OPV e molte Istituzioni e Associazioni presenti sul territorio, tra le quali la Basilica di Sant’Antonio, l’Associazione Dimore Storiche Italiane, il Fai, Il Cuamm, l’Associazione Amici del Museo Terza Armata. 

SI parte appunto dal mito di Ercole, simbolo del grande Rinascimento patavino, al difficile periodo che stiamo ancora attraversando.

L’immagine dell’eroe, infatti, per molti umanisti era quella che maggiormente incarnava l’idea di rinascita, come avvenne di Ercole, diventato un dio,  dopo aver superato le fatiche terrene, facendo proprio il motto “Arso il mortale, al Ciel n’andrà l’eterno”. Dal mito ai giorni nostri, la musica si innalza ancora una volta a simbolo di rinascita della cultura. Ed ecco spiegata la scelta di alcuni dei luoghi più rappresentativi del mito di Ercole della città di Padova, tra tutti il Chiostro dei Musici della Basilica del Santo, il Cortile della Loggia Cornaro, il Cortile di Palazzo Bembo e il Giardino di Villa Roberti di Brugine.

In occasione dei settanta anni “compiuti” dal Cuamm, Medici con l’Africa,  prima organizzazione italiana che si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane e alla quale sarà devoluto l’incasso del progetto culturale, qualche giorno fa don Dante Carraro, medico, sacerdote, direttore del Cuamm, ha dialogato con lo scrittore Paolo DI Paolo, anche per parlare del libro appena uscito e scritto da loro a quattro mani. Il titolo è "Quello che possiamo imparare dall’Africa. La salute come bene comune", edito da Laterza.  Lo spunto è un viaggio comune a Kampala, in Uganda, e da questo èunto fisico di partenza si intrecciano le riflessioni, gli spunti autobiografici, le proposte. E le domande essenziali che si rincorrono:  si possono cambiare situazioni di cronica ingiustizia? E se sì, da cosa bisogna partire? Cos’è la cooperazione? Dove vanno a finire i miei soldi, se dono? Emergenza e sviluppo possono camminare insieme? Cosa ci ha insegnato l’epidemia di Covid-19?

Don Dante racconta con semplicità e forza la storia del suo incontro con Chi gli ha cambiato la vita, quell’urgenza che gli premeva sul cuore e non lo lasciava mai tranquillo, mai sicuro delle proprie scelte. Medico, certo, sempre a diretto e drammatico contatto con la realtà, ma prima di tutto uomo con una vocazione chiara, più forte di ogni male e di ogni senso di impotenza. Fuori dagli schemi lo sguardo sull’Africa, un continente che può dirci qualcosa anche su come vivere, seguendo l’essenziale, alla dura scuola del dolore e della povertà.

In Africa, che tutto è all’infuori di un monolite stereotipato a cui siamo abituati, non ci sono solo miseria, disperazione, malattia, morte, ma anche tante speranze, tanta gioia di vivere, tanta amicizia. Possiamo imparare proprio da  questi popoli, relegati quasi sempre  nell’angusta etichetta del Terzo e Quarto Mondo, a ritrovare le radici di una vita autentica e segnata concretamente dalla forza dell’amore e della gratuità. Esperienze che i volontari del Cuamm conoscono e sperimentano in prima persona da oltre 70 anni. 

Pensieri e parole, che diventano anche sfide e “provocazione” contro i nostri luoghi comuni, le nostre pigrizie mentali ed egoismi, mentre le note di Mozart e di Debussy, grazie all’interpretazione del Quartetto d’Archi dell’Opv fanno ritornare al gusto della vera, grande musica immortale. Rigenerazione della mente e dell’anima.

Dante Carraro con Paolo Di Paolo, Quello che possiamo imparare dall’Africa, Edizioni Laterza, pp.160, euro 17

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