Roma, 22 June, 2021 / 5:00 PM
Domenica 20 giugno si è celebrata la giornata del rifugiato, per la settantesima volta. Il Corpo italiano di soccorso dell’ Ordine di Malta, CISOM, riafferma il suo impegno quotidiano, sin dal 2008, per la salvaguardia di tutte le vite umane in pericolo in mare, in particolare nel Canale di Sicilia. In base ai dati ONU, ogni minuto 20 persone lasciano tutto per sfuggire a un destino di dolore e miseria e in tutto il mondo sono 70,8 milioni le persone costrette ad abbandonare la propria terra, la casa e gli affetti a causa di conflitti e persecuzioni. Tra questi vi sono quasi 30 milioni di rifugiati, di cui più della metà ha meno di 18 anni.
Il CISOM si occupa di primissima assistenza sanitaria in mare sin dal 2008, avendo partecipato attivamente ai progetti europei che si sono susseguiti nel corso di oltre un decennio, da Mare Nostrum a Triton, fino all'Operazione Sophia. Oggi l'impegno quotidiano del CISOM si dispiega nel contesto del Progetto Passim 3 (Primissima Assistenza Sanitaria in Mare), a bordo delle unità navali della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, con team sanitari formati da un medico ed un infermiere. Nel solo 2020 il CISOM ha effettuato 570 interventi in mare e ha messo in salvo 9.196 esseri umani. E il primo semestre del 2021 non ha visto diminuire l'impegno: 4.914 i migranti recuperati in 83 operazioni di soccorso, effettuate tutte nel Canale di Sicilia.
"Dinanzi a una vita in pericolo, il CISOM non si volterà mai dall'altra parte. – spiega il Presidente del CISOM, Gerardo Solaro del Borgo – Quando un essere umano, indebolito da un viaggio di settimane, in condizioni al limite della sopravvivenza, rischia di rimanere inghiottito dalle acque, non vi sono considerazioni da fare se non quelle dettate dai nove secoli di tradizione umanitaria dell'Ordine di Malta, da cui il nostro Corpo di Soccorso discende. Il Canale di Sicilia non può essere il mare della disperazione, vogliamo che sia mare di speranza, futuro, vita e umanità”.
Ogni mese il CISOM impiega 5 medici e 5 infermieri nelle operazioni di salvataggio e prima accoglienza, team dislocati sull'Isola di Lampedusa poiché è da qui che le motovedette partono per i soccorsi in emergenza. Inoltre un medico del CISOM è presente 24 ore su 24 a bordo degli aeromobili presso la base volo della Guardia Costiera di Catania, pronto per effettuare soccorsi in emergenza (MEDEVAC). Come racconta il dottor Danilo Tolomeo, medico in pensione e volontario del CISOM di stanza a Catania, con all'attivo decine di missioni di soccorso in mare: "Quello che non puoi dimenticare è l'espressione di terrore nei loro occhi. Il nostro intervento a bordo di un elicottero arriva nella fase più drammatica, quella dove si decide tra la vita e la morte, e leggere il terrore nei loro occhi ti può bloccare, riesci a vedere tutta la loro storia, quella che li ha portati ad abbandonare la propria casa e a intraprendere un viaggio pieno di pericoli. Una mamma che affronta il deserto, la prigione, eventuali torture, angherie e poi il viaggio in mare con condizioni meteo particolarmente avverse per dare un futuro migliore al proprio figlio o figli, ti porta a vedere le cose da una prospettiva diversa.”
Con l'insorgere dell'emergenza COVID-19, l'impegno del CISOM si è sviluppato anche oltre la primissima assistenza sanitaria in mare, e i medici presenti presso l'Hotspot di Lampedusa si sono messi a disposizione per effettuare i tamponi a tutti i migranti sbarcati sull'isola. Da settembre a dicembre 2020, in soli tre mesi di attività, i sanitari del CISOM hanno effettuato oltre 7.700 tamponi per il rilevamento del virus Sars-Cov2, rilevando 419 casi di positività. Quest'attività è tuttora in corso, per fronteggiare l'emergenza sanitaria COVID all'interno di una più ampia emergenza rappresentata dai numerosi migranti che sbarcano sulle coste della nostra penisola.
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