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La devozione popolare per la beata Anna Maria Taigi e il museo a lei dedicato a Roma

Roma, Trastevere, cuore pulsante della Capitale. Chi entra nella chiesa di San Crisogono rimane subito colpito dal magnifico pavimento cosmatesco del 1100 circa. Poi, lo sguardo si volge al cielo: un soffitto a cassettoni dorati sembra divenire - quasi per incanto - la volta del cielo. Il soffitto presenta al centro una copia di un dipinto del Guercino, “La gloria di San Crisogono”.

Ma, in questa basilica romana, non vi sono solo questi tesori artistici di inestimabile valore, ve ne sono altri, di altra natura. Infatti, in questa chiesa vi sono nascosti due tesori spirituali che offrono ad ogni fedele una ricchezza difficile da descrivere. Il primo tesoro è posto in una cappellina della navata sinistra, quasi vicino all’altare maggiore: è la teca dove giace il corpo della beata Anna Maria Taigi -  laica trinitaria, beatificata nel 1920 da Papa Benedetto XV -  morta a Roma il 9 giugno 1837.  Il secondo tesoro sembrerebbe ancor più nascosto, eppure si trova appena entrati nella chiesa, sempre nella navata di sinistra. Un cancello di ferro, elegante, sobrio, dà accesso al museo che conserva importanti reliquie della beata romana. AciStampa ha intervistato il vice postulatore della causa di canonizzazione di Anna Maria Taigi, padre Vincenzo Frisullo dell’Ordine della Santissima Trinità, per approfondire la bellissima figura di questa beata.

Padre Frisullo, la Taigi è molto legata a Roma, pur essendo di origine senese. Nella Città Eterna ha vissuto, e - soprattutto - ha svolto la sua missione di terziaria trinitaria. Ci può parlare della devozione - da parte dei fedeli romani - per la beata? 

 

Beh, sembra che i romani davvero l’abbiano adottata come loro madre! Questo si era già compreso poco dopo la sua morte, fin da subito. Il suo corpo, prima di essere qui in San Crisogono, giaceva nel cimitero del Verano. Quel luogo era già meta  - all’epoca  - di pellegrinaggio per  molti romani. A lei chiedevano grazie e preghiere di intercessione. Così avviene oggi, a distanza di secoli, qui a San Crisogono. Mi colpisce sempre molto - infatti - come davanti la teca che conserva il suo corpo siano sempre presenti fiori e piccole piante che i fedeli lasciano in segno di omaggio. C’è addirittura una famiglia, in particolare, che la viene a visitare ogni giorno. Sono due giovani sposi con la loro bambina, Anna Chiara.                   Li osservo con tenerezza perché la piccola bambina sembra sorridere alla Taigi, quasi come fosse sua nonna. Vederla giocare nella cappellina dove la beata riposa è un dono prezioso!                   E’ la testimonianza viva e reale di quanto la beata conceda pace e serenità a chiunque la venga a trovare.

 

Il racconto che lei ci offre di questa famiglia legata così tanto alla Taigi, fa subito pensare all’Anno della Famiglia indetto dal pontefice, a distanza di cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” sulla bellezza e la gioia dell’amore familiare. E’ forse, allora, importante ricordare che la beata è stata un esempio  di come vivere il Vangelo in casa, nel focolare domestico. 

 

E’ vero perché la beata Taigi sul tema “famiglia” avrebbe ancora tanto da dire oggi!                       Ha vissuto sulla sua pelle le stesse difficoltà di tante famiglie di oggi: precarietà del lavoro, povertà e tanto altro. Ma le ristrettezze economiche da lei vissute, però, non le hanno mai impedito di essere generosa con i poveri che bussavano alla sua porta. Nessuno andava via a mani vuote. La condivisione fraterna con le altre famiglie disagiate era per la Taigi una missione che ha vissuto, ha incarnato profondamente nell’intera sua esistenza. Quando Papa Benedetto XV l’ha beatificata ha sottolineato: “Benché la sua vita fosse così soprannaturale e nascosta in Cristo tuttavia non fu estranea al suo tempo ma giovò assai al prossimo e all’intera comunità cittadina. Era povera, eppure cercava sempre di aiutare altri indigenti; anzi in varie calamità pubbliche e private, ispirata dall’alto si offrì come vittima alla divina giustizia e con il suo pregare senza fine si adoperò ad allontanare i castighi da chi li aveva meritati”. La beata Taigi ci ha fatto comprendere come la famiglia - se vissuta alla luce del Vangelo - può essere  scuola di vita e di amore. Un amore però che non rimane chiuso fra le mura domestiche, ma che si propaga di famiglia in famiglia. L’amore è un circolo virtuoso. E la Taigi è stata una testimonianza bellissima di tutto questo. 

 

Lei è anche parroco di questa meravigliosa chiesa-basilica. Qui sono custodite importanti reliquie della Taigi. Il museo che voi Padri Trinitari custodite è una perla preziosa di questa chiesa. Può dirci qualcosa a riguardo?

 

Il museo è stato fortemente voluto dall’Ordine della Santissima Trinità per omaggiare una terziaria speciale come lei! Ci sono molti oggetti della sua casa che si trovava vicino via del Corso, nei pressi del Palazzo Odescalchi. In questo piccolo museo di due stanze ci sono i suoi vestiti, c’è il suo inginocchiatoio, il Bambino Gesù che lei teneva esposto tutto l’anno. C’è l’immagine della Madonna davanti alla quale non faceva mai mancare una lampada accesa. E poi, l’immancabile statuetta del Gesù Nazareno, un'iconografia a cui noi Trinitari siamo particolarmente legati. Fra tutte queste reliquie fa un certo effetto essere di fronte alla bara dove il suo corpo fu trovato incorrotto nella ricognizione del 1868. Un oggetto importante, inoltre, è la maschera funeraria che fu utilizzata per poi costruire il viso di cera che ricopre il volto della beata.

 

 

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