Città del Vaticano , 28 April, 2021 / 9:40 AM
Meditare è un bisogno diffuso ma “questa parola, una volta accolta in un contesto cristiano, assume una specificità che non dev’essere cancellata. La grande porta attraverso la quale passa la preghiera di un battezzato – lo ricordiamo ancora una volta – è Gesù Cristo”.
Papa Francesco lo ha ricordato questa mattina nelle meditazione della udienza proposta dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.
Il Papa prosegue la serie di riflessioni sulla preghiera ed oggi ha parlato della meditazione. “Per un cristiano- dice il Papa- “meditare” è cercare una sintesi: significa mettersi davanti alla grande pagina della Rivelazione per provare a farla diventare nostra, assumendola completamente. E il cristiano, dopo aver accolto la Parola di Dio, non la tiene chiusa dentro di sé, perché quella Parola deve incontrarsi con «un altro libro», che il Catechismo chiama «quello della vita». È ciò che tentiamo di fare ogni volta che meditiamo la Parola”.
Per Papa Francesco “cristiano, quando prega, non aspira alla piena trasparenza di sé, non si mette in ricerca del nucleo più profondo del suo io; la preghiera del cristiano è anzitutto incontro con l’Altro con la A maiuscola. Se un’esperienza di preghiera ci dona la pace interiore, o la padronanza di noi stessi, o la lucidità sul cammino da intraprendere, questi risultati sono, per così dire, effetti collaterali della grazia della preghiera cristiana che è l’incontro con Gesù”.
Ovviamente i metodi della preghiera nella meditazione sono tanti ma “si deve sempre ricordare che il metodo è una strada, non una meta: qualsiasi metodo di preghiera, se vuole essere cristiano, fa parte di quella sequela Christi che è l’essenza della nostra fede”. E i metodi sono solo strade se di questo si fa “un Dio” si perde il senso della meditazione cristiana. E del resto non è possibile la meditazione cristiana senza lo Spirito Santo, dice il Papa.
Quello che va ricordato, conclude il Papa, è che “Cristo non è lontano, ma è sempre in relazione con noi. Non c’è aspetto della sua persona divino-umana che non possa diventare per noi luogo di salvezza e di felicità. Ogni momento della vita terrena di Gesù, attraverso la grazia della preghiera, può diventare a noi contemporaneo” per cui “non c’è pagina di Vangelo in cui non ci sia posto per noi. Meditare, per noi cristiani, è un modo di incontrare Gesù. E così, solo così, di ritrovare noi stessi”.
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