Roma, 15 April, 2021 / 6:00 PM
“Per poco non abbiamo tralasciato il calice!” esclama Origene mentre commenta le parole del Salmo 15 “Il Signore è la porzione della mia eredità e del mio calice”.
Questo padre della Chiesa all’inizio del terzo secolo commentava a voce un salmo appena recitato mentre un tachigrafo trascriveva le sue parole. Ora troviamo anche i suoi commenti più vivaci in un nuovo volume con 13 omelie di recentemente scoperte. Questi testi ci aiutano a capire come la Chiesa antica leggeva la Bibbia e soprattutto i Salmi.
Origene, teologo nella prima metà del III secolo, prima come laico ad Alessandria d’Egitto e poi come sacerdote a Cesarea di Palestina, avvia il grande fiume dell’esegesi biblica. Amava e commentava soprattutto i Salmi e il vangelo di Matteo. Origene fa una vera revisione critica del testo per cercare poi il suo senso letterale e quello spirituale; in pratica, per lui tutto l’Antico Testamento parla di Cristo e della Chiesa. I suoi commenti hanno formato buona parte della tradizione cristiana perché sono stati letti per secoli e tradotti anche in latino fino ai tempi di San Girolamo, che oltre 150 anni dopo cura la revisione della traduzione latina della Bibbia nota come la Vulgata.
Vent’anni fa Città Nuova ha iniziato a pubblicare le opere di Origene a cura di Manlio Simonetti, Lorenzo Perrone ed Emanuela Prinzivalli. Il nuovo volume, a cura di Lorenzo Perrone, contiene 13 delle 29 omelie scoperte solo nel 2012 nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Le 600 pagine del volume contengono il testo greco e la traduzione italiana insieme a un ampio commento nelle note, un’introduzione al volume e altre introduzioni alle singole omelie, e naturalmente tutti gli indici che uno studioso di aspetta.
Il volume è dedicato a Marina Molin Pradel, che nel 2012 riesce ad attribuire ad Origene una raccolta di 29 omelie greche sui Salmi nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Lo fa perché capisce che quattro omelie commentavano Sal 31 anziché Sal 36, e così ha potuto riconoscere in queste quattro omelie quelle tradotte in latino da Rufino. Questo ha permesso di attribuire a Origene tutte le 29 omelie, che finora erano state anonime. E’ stata una scoperta importante, perché molte omelie greche di Origene sono scomparse e si conoscono solo nelle traduzioni latine di Rufino e Girolamo. La scoperta significa così un aumento importante delle omelie greche conosciute di Origene.
I Salmi rivestono per Origene un significato immenso. E’ il libro biblico più citato nei suoi scritti. Ed è un libro biblico che fa parte della preghiera quotidiana di moltissimi cristiani nella Liturgia delle Ore. Per chi frequenta queste preghiere è affascinante tuffarsi in questa esegesi sinfonica, dove Origene commenta a lungo ogni parola, ogni frase, per cercare di capire soprattutto cosa dice di Cristo e della Chiesa. Commenta pochi versetti per poi continuare nell’omelia seguente. Dedica così nove omelie al Salmo 77. Altri vengono commentati in due, tre, quattro o cinque omelie. Origene commenta l’antica traduzione greca dell’Antico Testamento, che secondo la tradizione era stata elaborata da 72 o 70 saggi ebrei proprio ad Alessandria, dove si trovava la biblioteca più famosa del mondo antico. Alessandria, tra le città più importanti del Mediterraneo antico, ospitava da secoli una importantissima comunità ebraica in contatto con la cultura più alta del tempo. E con Origene e il suo maestro Clemente nasce anche l’importantissima scuola teologica cristiana di Alessandria, che poi sarà portata da Origene stesso a Cesarea in Palestina.
Nella sua introduzione, Lorenzo Perrone spiega che questi testi nascono nella liturgia. Non è facile capire il posto preciso dei Salmi nelle liturgie antiche, ma è evidente che Origene commentava a voce un testo che era appena stato letto, mentre qualcuno trascriveva le sue parole. Le parole di Origene nascono quindi in un incontro tra persone che leggevano e volevano capire la Bibbia. Per Origene, questa era la strada per la vita eterna. “Ogni anima peccatrice è morta, poiché non è più nutrita dalla parola di Dio”, commenta nella sua prima omelia sul Salmo 15. “E’ una vergogna”, esclama, che ogni giorno facciate talora due pasti e forse alcuni anche tre (...), mentre non procurate all’anima il cibo che le appartiene. (...) L’anima, qualora non si nutra e non beva, muore”.
E Origene continua dopo 1800 anni ad aiutare le anime a nutrirsi.
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