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Un servizio di EWTN News

San Giuseppe al Trionfale, la nascita di una parrocchia nella periferia disagiata di Roma

Nel 1912 venne consacrata a Roma la prima e per decenni unica parrocchia dedicata a San Giuseppe. Lo aveva voluto fortemente don Luigi Guanella, e nel progetto aveva coinvolto il Papa, Pio X che aveva dato al sacerdote lombardo apostolo degli ultimi, ogni tipo di sostegno. 

In questo anno che Papa Francesco ha voluto dedicare a San Giuseppe vorremmo rileggere la storia di questa comunità di San Giuseppe al Trionfale. A pochi passi dal Vaticano tra fine ‘800 e i primi anni del nuovo secolo non c’era un quartiere, ma campi, baracche e stracciaroli. 

Così inizia la storia, con due santi e una periferia disagiata. Iniziamo proprio dal contesto, da quella periferia agli inizi del 1900. 

Dopo Porta Pia la città di Roma si trasformò rapidamente. E non sempre in meglio. La popolazione in 30 anni raddoppiò, ma non altrettanto le infrastrutture. Manovali, contadini, operai arrivarono a Roma da tutta Italia a cercare lavoro e fortuna e trovarono precarietà. 

Nel libro “ Storia di uomini e donne. I cento anni di san Giuseppe al Trionfale” di Editrice nuove frontiere dell’ Opera Don Guanella, è riportata la testimonianza di Suor Paolina Bertani al suo arrivo al Trionfale: “Le catapecchie da una parte si contano non a decine ma a centinaia e sono abitate da famiglie numerose, composte anche da nove dieci persone. Questi antri poi devono servire a tutto: da camera da letto, da cucina e da ripostiglio. Sono privi di luce, di acqua, in una parola privi completamente di tutto il necessario ala vita di un uomo”. 

Come scrive Gabriele Cantalupi nella città che diventava capitale del Regno di Italia l’unico vero collante era l’anticlericalismo. Sono gli anni in cui opera Don Guanella a Roma. E cerca di fondare una sua casa attraverso vari tentativi. Fino all’arrivo al terreno alle pendici di Monte Mario. Sempre suor Paolina guanelliana, fondatrice della Scuola Materna e dell’Opera femminile di San Giuseppe al Trionfale in Roma, era arrivata in città nel 1909. 

Epoca anticlericale che limitava anche la costruzione di chiese, e riduceva la possibilità di partecipare alla messa. 

Nel 1904 Pio X aveva indetto la visita pastorale della città afflitta dalle infiltrazioni massoniche e da un clero scadente. Ci fu una vera rivoluzione con la soppressione di 15 parrocchie del centro storico e con la creazione di 16 nuove nella cinta extra -daziaria, in periferia diremmo oggi. Una vera terra di missione. E una delle nuove parrocchie era proprio quella di San Giuseppe al Trionfale.

Una storia speciale quella della scelta del terreno. Nella zona era già arrivato don Orione nella colonìa che veniva detta “degli stracciaroli”. 

Nel 1901 il terreno era stato comprato dai canonici di San Pietro costituendo l’ Opera san Giuseppe per dare lavoro ai giovani  attraverso un ritorno all’agricoltura. Una fonte di guadagno era la raccolta degli stracci e la colonia venne data agli Eremiti di Don Orione. Ma le forze non erano abbastanza, gli orionini avevano nel viterbese un’altra colonia agricola. E così nel 1903 a Don Guanella che bussa si aprono le porte. I rapporti tra orionini e guanelliani sono ottimi e nacque una bella storia di amicizia tra i due santi. Inizia così la presenza romana di Don Guanella.

“Il marchio di fabbrica- si legge nel libro citato- era quello di sempre, alla poveraccia:anzi questa volta un po’ peggio…a mantenere l’opera guanelliana ci pensavano i robivecchi di Roma con i loro stracci. E san Giuseppe ovviamente”. 

A fare da mediatore era stato il cardinale Vicario Respighi che indicava a Don Guanella la zona di Prati come luogo per una necessaria pastorale. E del resto in quegli anni sono molte le presenze stimolanti in zona: i missionari del Sacro Cuore sul lungotevere, gli orionini a Sant’ Anna in Vaticano e a Monte Mario, i carmelitani a San Pancrazio, i redentoristi a San Giocchino.

Poi arrivò la trattativa con la Banca D’Italia per il terreno di 7400 metri quadri fuori della cinta daziaria tra via Tunisi e Via Santamaura fino all’allora vicolo della Balduina. Era una zona esplosa demograficamente dopo le grandi speculazioni edilizie di fine ‘800.  Don Guanella, anche con l’aiuto di Pio X, compra un lotto anche perché la Banca d’Italia privilegia compratori che non sono speculatori e di dedicano ad opere sociali. I terreni sono il frutto dei crolli di altre banche dopo il 1870.

Giovedì 30 gennaio del 1908 don Guanella esce dall’ udienza con il Papa con l’approvazione di Pio X perché la parrocchia venga dedicata a San Giuseppe. E Don Guanella comprò il terreno. 

 

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