Roma, 06 March, 2021 / 5:00 PM
All’incrocio tra via Merulana e via Labicana, la sosta stazionale di oggi si ferma davanti ad una chiesa che oggi ha un elegante aspetto settecentesco. I corpi dei Santi Marcellino e Pietro, cui la chiesa è dedicata, non sono mai stati qui, ma sono custoditi nelle catacombe che portano il loro nome.
Durante la demolizione della vecchia chiesa nel XVIII secolo viene ritrovato un frammento di un’iscrizione con il nome di un Papa del IV secolo, Siricio, che forse è il fondatore della chiesa. Dalla fine del VI secolo viene menzionata con il nome dei due martiri della Via Labicana, sepolti nel cimitero dei SS. Marcellino e Pietro presso il Mausoleo di Elena. Ed è proprio nel VI secolo che la venerazione per i martiri delle catacombe romane si estende anche nella città dentro le mura, come testimoniano le chiese di S. Sisto e dei SS. Nereo ed Achilleo, vicine alle Terme di Caracalla e non lontane dalla chiesa urbana dei SS. Marcellino e Pietro.
Nel 2011 durante una manifestazione dei Black block la chiesa fu teatro di un atto vandalico. Il 15 ottobre un gruppo di ragazzi con felpa nera, caschi neri e bastoni hanno devastato l'ingresso nella sala parrocchiale di Santi Marcellino e Pietro. Poi hanno preso la piccola statua della Madonna di Lourdes e un crocefisso. Poi hanno frantumato tutto in strada. Per fortuna i teppisti non sono riusciti ad entrare in chiesa raccontò il parroco. La parrocchia è in una zona di passaggio anche se molte sono le presenze di istituti religiosi e di fronte c’è la Università Antonianum.
Nel 1989 Papa Giovanni Paolo II si recò in visita alla parrocchia e disse: “Oggi c’è una dimensione numericamente tale da soffocare il ricordo delle dimensioni della città primitiva, della Roma antica ed anche della Roma medievale; ma certamente non può soffocare le sue radici, né possono soffocarle le generazioni future poiché se le soffocassero si perderebbero anche loro. La Chiesa lavora in questo senso. Abbiamo parlato del Sinodo romano che si sta preparando. Ecco esso è un lavoro per riscoprire le radici, per farle vivere nella generazione odierna, nella società odierna, nella comunità odierna della Chiesa di Roma”.
Una indicazione ancora valida per la città.
Domani la liturgia stazionale si celebra a San Loranzo fuori le Mura alle 18.30
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