Città del Vaticano , 01 October, 2015 / 12:24 AM
“I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti.” Papa Francesco lo scrive nel messaggio per la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato del 2016.
Il testo è stato presentato oggi alla stampa dal cardinale Antonio Maria Vegliò presidente del pontifico consiglio per la pastorale dei migranti. “Chi emigra- si legge nel testo- infatti, è costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglie. Come vivere queste mutazioni, affinché non diventino ostacolo all’autentico sviluppo, ma siano opportunità per un’autentica crescita umana, sociale e spirituale, rispettando e promuovendo quei valori che rendono l’uomo sempre più uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli altri e con il creato?”
Il Papa nel suo testo: “ Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia” mette a fuoco i diversi problemi di accoglienza perché “non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale.”
Ma il Vangelo ci insegna che “ognuno di noi è responsabile del suo vicino: siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano. La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere.”
Guardare ai migranti come persone quindi, e per questo “è indispensabile che l’opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti.”
Il Papa parla dei perseguitati, di coloro che sono vittime di “nuove forme di schiavitù” che vanno dallo sfruttamento del lavoro allo sfruttamento dei minori come bambini soldato: “Da questi aberranti crimini fuggono i profughi del nostro tempo, che interpellano la Chiesa e la comunità umana affinché anch’essi, nella mano tesa di chi li accoglie, possano vedere il volto del Signore «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3).”
Il Papa conclude con un invito: “Cari fratelli e sorelle migranti e rifugiati! Alla radice del Vangelo della misericordia l’incontro e l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e l’accoglienza di Dio: accogliere l’altro è accogliere Dio in persona! Non lasciatevi rubare la speranza e la gioia di vivere che scaturiscono dall’esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle persone che incontrate lungo i vostri sentieri!”
Nella presentazione il segretario del pontificio consiglio monsignor Joseph Kalathiparambil ha ricordato che ogni persona ha diritto anche a non emigrare. Allora nella riflessione si pone l’accento anche sulla necessità della eliminazione delle cause delle migrazioni forzate, dalla povertà alla guerra al sottosviluppo.
Sono state anche date alla stampa alcune cifre sul fenomeno migratorio. Nel 2013, al livello globale, vi erano circa 232 milioni di migranti internazionali, un numero che è aumentato di oltre 77 milioni, pari al 50%, tra il 1990 e il 2013. A livello globale, la percentuale di donne migranti è rimasta relativamente stabile, passando dal 49,1% del 2000 al 48,0% del 2013. Il numero di migranti internazionali sotto i 20 anni è aumentato da 30,9 milioni nel 2000 a 34.900.000 nel 2013 In generale, si notano quattro assi di migrazione: Nord-Nord, Sud-Sud, Nord-Sud e Sud-Nord e secondo il World Migration Report 2013 dell’Organizzazione Mondiale per la Migrazione (OIM), i più comuni corridoi per ciascuna delle assi di migrazione sono Nord-Nord: la migrazione dalla Germania verso gli Stati Uniti d’America, seguita da quella dal Regno Unito verso l’Australia; infine il movimento migratorio dal Canada, dalla Repubblica di Corea e dal Regno Unito verso gli Stati Uniti d’America.
Sud-Sud: la migrazione dall’Ucraina verso la Federazione Russa, seguita da quella in direzione inversa dalla Federazione Russa verso l’Ucraina; quindi la migrazione dal Bangladesh verso il Bhutan, e quella dal Kazakhstan verso la Federazione Russa e l’Afghanistan.
Sud-Nord: al primo posto, la migrazione dal Messico verso gli Stati Uniti d’America, seguita da quella dalla Turchia verso la Germania; infine la migrazione dalle Filippine, dalla Cina e dall’India verso gli Stati Uniti d’America.
Nord-Sud: dagli Stati Uniti d’America verso il Messico e il Sudafrica, seguita dalla migrazione dalla Germania verso la Turchia, quella dal Portogallo verso il Brasile e, infine, quella dall’Italia verso l’Argentina.
Secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) - in Europa sono arrivati nel 2015, 522.134 persone e ne sono morti 2.892. 5 i principali Paesi di origine, Eritrea
Nigeria, Somalia, Sudan, Siria. Nel mondo ci sono circa 46,3 milioni fra rifugiati e sfollati interni. Nel solo 2014, ci sono stati 13.900.000 nuovi migranti forzati – 4 volte il numero del 2010.
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