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Papa Francesco sceglie un “prete di strada" come arcivescovo di Napoli

Domenico Battaglia, nuovo arcivescovo di Napoli

Il successore del Cardinale Sepe a Napoli è il vescovo Domenico Battaglia di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata dei Goti. Calabrese, classe 1963, è conosciuto per il suo impegno sociale come “prete di strada”. Termina così il “regno” del Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli dal 2006.

Dopo Genova, anche Napoli cambia dunque arcivescovo, e la scelta di Papa Francesco segnala anche un cambiamento di epoca, una netta discontinuità. Prima del vescovo Battaglia, erano stati scelti per Napoli vescovi di un certo profilo: il Cardinale Michele Giordano, di cui proprio la scorsa settimana è ricorso il decennale dalla scomparsa, era stato persino parte della cosiddetta “Gladio vaticana” per monitorare il comunismo, mentre il Cardinale Crescenzio Sepe si era formato nei ranghi della diplomazia pontificia fino a diventare il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Non è certamente questo il profilo di Battaglia. Calabrese, nato nel 1963 a Satriano in provincia di Catanzaro, è sacerdote dal 1988. Dal 1989 al 1992 è rettore del seminario liceale di Catanzaro e membro della Commissione Diocesana Giustizia e Pace, mentre dal 1992 al 1999 è amministratore parrocchiale a Sant’Elia, parroco della Madonna del Carmine a Catanzaro, e direttore dell’Ufficio Diocesano per la Cooperazione Sanitaria nelle Chiese.

Tra gli altri incarichi nell’arcidiocesi di Catanzaro – Squillace, quello di collaboratore al santuario di Santa Maria delle Grazie in Torre di Ruggiero, collaboratore parrocchiale a Montepaone Lido e amministratore della parrocchia di Altavilla a Satriano.

A tutti questi incarichi assomma una intensa attività sociale che lo porta ad essere connotato come “prete di strada”: dal 1992 al 2016 guida il Centro Calabrese di Solidarietà, una comunità per il recupero di tossicodipendenti; dal 2000 al 2006 è vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro; dal 2006 al 2015 è presidente nazionale della Federazione Italiana delle comunità terapeutiche.

Papa Francesco lo ha nominato vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata dei Goti il 24 giugno 2016. È stato ordinato vescovo il 3 settembre 2016, consacrante l’arcivescovo Vincenzo Bertolone di Catanzaro Squillace e co-consacranti gli arcivescovi Antonio Cantisani e Giancarlo Maria Bregantini. “Don Mimmo” ha voluto far precedere la celebrazione di ingresso in diocesi dalla visita all’Istituto Penale per Minorenni di Airola.

Il vescovo Battaglia è amico di don Luigi Ciotti, e ha scritto con don Virginio Colmegna "I poveri hanno sempre ragione. Storie di preti di strada", libro uscito nel 2010.

Nella sua ultima lettera pastorale per la diocesi, il vescovo Battaglia ha notato che il COVID 19 "ha messo a nudo la fragilità di questo nostro mondo, l'inconsistenza di ciò in cui pensavamo di aver trovato la chiave risolutiva di tutti i nostri problemi, la gracilità di quell'economia, che sia a livello locale, sia a livello globale, è stata ritenuta l'unica meta ed è stata vista e osannata come l'unica via, che al di fuori di ogni regola, porta l'umanità verso la felicità sulla terra".

Papa Francesco ha dato udienza al vescovo Battaglia lo scorso 3 gennaio, mentre il 4 gennaio il Papa incontrò Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, e l’incontro è stato considerato da molti un indizio della volontà papale. Tra l’altro, Papa Francesco potrebbe anche proseguire nel piano di accorpamento delle diocesi italiane unendo successivamente la diocesi di Acerra a quella di Cerreto Sannita.

Il vescovo Battaglia era stato inserito nella terna di nomi presentati dal Papa al nunzio in Italia, l’arcivescovo Paul Emil Tscherrig. Gli altri candidati, secondo i rumors, erano il vescovo Giuseppe Sciacca, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura, e l’arcivescovo Luigi Vari di Gaeta.

Dopo la nomina del nuovo arcivescovo di Genova, così, anche l’arcidiocesi di Napoli cambia guida. L’arcidiocesi conta 1 milione e 705 mila battezzati (dati 2016) e il territorio è diviso in 13 decanati. Si tratta di un territorio dalla forte devozione popolare, in particolare per San Gennaro a Napoli, con un intenso retroterra culturale, ma anche un forte impatto delle criminalità organizzata.

Restano, dunque, in Italia due metropoliti di grandi diocesi oltre il limite di età: il Cardinale Bassetti a Perugia – Città della Pieve e l’arcivescovo Nosiglia a Torino. Nel corso dell’anno sono stati nominati, infatti, l’arcivescovo di Siracusa e quello di Bari - Bitonto. Hanno appena compiuto 75 anni anche l’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini di Reggio Calabria e l’arcivescovo Piero Coccia di Pesaro.

Per quanto riguarda i metropoliti oltre il limite di età rimasti, il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è confermato alla guida della diocesi a tempo indeterminato.L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, è stato confermato da Papa Francesco fino al 2021, e ha aggiunto alle sue competenze l’amministrazione della diocesi di Susa, secondo il piano di ridimensionamento del numero delle diocesi italiane portato avanti da Papa Francesco.

L’accorpamento fa parte del piano per la riduzione delle 226 diocesi italiane (225 più l’ordinariato militare). Questo accorpamento sta avvenendo perlopiù unendo le diocesi in persona episcopi. L’ultimo caso è quello della diocesi di Carpi unita all’arcidiocesi di Modena – Nonantola sotto la gestione dell’arcivescovo Erio Castellucci. Prima, la diocesi di Fabriano – Matelica e l’arcidiocesi di Camerino erano unite sotto la gestione dell’arcivescovo Francesco Massara.

La diocesi di Tempio Ampurias, in Sardegna, dovrebbe invece essere accorpata con quella di Ozieri, il cui vescovo, Corrado Melis, 56 anni, dovrebbe prendere l’amministrazione dell’arcidiocesi succedendo al vescovo Sebastiano Sanguinetti, che ha compiuto 77 anni.

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