Città del Vaticano , 03 December, 2020 / 5:00 PM
“ Tutto iniziò con San Pio X. Fu infatti sotto il pontificato di papa Sarto che Giuseppe Dalla Torre, di una antica famiglia originaria di Treviso, iniziò, giovanissimo, la sua attività di giornalista nella stampa cattolica”. Così descriveva il suo legame con la Santa Sede Giuseppe Dalla Torre, scomparso oggi a 77 anni.
La famiglia Dalla Torre ha dato moltissimo alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica, non solo perché Giuseppe è stato il Presidente del Tribunale Vaticano per decenni affrontando processi come quello di Vatileaks uno e due, ma perché il suo contributo di giurista ha permesso una lettura più adeguata di testi come i Patti Lateranensi che hanno creato lo Stato Vaticano.
“Il concordato, spiegava Dalla Torre, voleva aprire a una collaborazione fra le due autorità. Da parte vaticana, sin dall’inizio il concordato fu ritenuto anche come lo strumento posto a ulteriore garanzia della libertà della Santa Sede, non solo perché il papa è vescovo di Roma, ma perché inserita nel territorio italiano”.
Il nonno giornalista divenne poi direttore dell’ Osservatore Romano, il fratello nell’ Ordine di Malta ne divenne Gran Maestro. Giuseppe Dalla Torre ha svolto la sua vita accademica anche come Rettore della LUMSA.
La sua vita l’ha raccontata in un recente libro che forse per la prima volta non era un testo di diritto: Papi di famiglia.
Le pagine di Dalla Torre permettono quasi di sbirciare, non per mera curiosità, quel mondo vaticano che risulta«circondato da un alone di riservatezza, che esercita sempre nell’immaginario individuale e collettivo un grande fascino, suscitando palpabile interesse e talora fantasiose ricostruzioni», come ha scritto nella sua prefazione all’opera il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin
Nel 2013 presentò la riforma del Diritto Penale dello Stato della Città del Vaticano voluta da Benedetto XVI e firmata da Papa Francesco.
Lo spiegò molto bene il professor Giuseppe Dalla Torre: lo stato si aggiorna continuamente per essere al passo con i tempi. Nella conferenza di presentazione di tre nuove leggi in materia penale il giurista ha anticipato che a settembre ci saranno altre novità. Nuove leggi e integrazioni su temi finanziari. Non sono leggi che nascono oggi, e non sono nemmeno leggi che “correggono” la mens giuridica vaticana che rimane quella voluta nel 1929, liberale, garantista e attenta alla persona. Ma i tempi, e i reati, non sono più gli stessi e per questo la legge si adegua.
Come disse egli stesso: “nella storia della Chiesa degli ultimi due secoli si può osservare una sorte di azione di bilanciamento tra il popolo di Dio che guarda e procede in avanti e il Magistero che sancisce, discerne ciò che è vero e buono, accogliendo, bilanciandola, la spinta propulsiva del laicato”.
Un laicato come nel suo caso che si è messo a servizio dei Pontefici.
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