Chiavenna, 27 November, 2020 / 2:00 PM
Una donna semplice, straordinaria nell’ordinario. Un “piccolo, umile granello che in silenzio si è trasformato in un albero rigoglioso, sotto le cui fronde tante persone, le più diverse, troveranno sollievo”. Parliamo di suor Maria Laura Mainetti, la suora delle Figlie della Croce, uccisa venti anni fa a Chiavenna da tre ragazze e prossimamente beata. A parlare, in questa intervista, è suor Beniamina Mariani, consorella di suor Laura con la quale ha condiviso tutto il periodo di formazione alla vita religiosa.
Ma chi era suor Laura? “Una suora, Figlia della Croce, che ha vissuto nell’umiltà, nella semplicità e nella gioia, il dono di se stessa a Dio e ai fratelli”, ci dice sr. Beniamina: “la sua giornata era una ‘relazione continua nella preghiera, all’inizio e alla fine della giornata e con coloro che lei chiamava ‘il mio Gesù’: bambini, giovani, persone in difficoltà. Proprio mentre si trovava con una giovane, che aveva espresso un urgente bisogno di ascolto, e di aiuto, è stata tradita e sacrificata a Satana”.
Che significa il titolo del libro, appena pubblicato dalla Sua congregazione “ E’ uscita..Era notte e fu Luce”?
“E’ la sintesi di quello che Sr. Maria Laura ha vissuto: è ‘Uscita’, come Papa Francesco ci invita ripetutamente…. Sr. Maria Laura era sempre ‘in uscita’; presso i giovani, gli anziani, gli ammalati, le persone sole o in difficoltà… Era Notte…Satana aveva preso possesso di tre giovani adolescenti, come la risposta agli interrogativi che loro si ponevano in un periodo in cui non avevano il supporto della famiglia. E allora la Notte fu davvero buia, ma presto fu Luce, una Luce senza tramonto, quando Sr. Maria Laura si abbandonò al suo Signore e le ragazze furono testimoni impassibili della sua preghiera per loro: ‘Signore perdonale ‘.
Dalle testimonianze che ha raccolte qual è il tratto che emerge ? Può citarmene qualcuna di quelle più significative?
La prima testimonianza è mia: io ho iniziato con lei il cammino della ‘Vita’ religiosa ed ho avuto modo di essere testimone della sua vita donata, fino a pochi mesi dalla sua morte. Era sempre ‘sorridente’, ed infatti, qui a Chiavenna, qualcuno la chiamava ‘suor Sorriso’: era una donna felice!. Le testimonianze…sarebbero molte! Mi limito a quelle che, due giovani studentesse, ospiti dell’Istituto Immacolata, hanno scritto: ‘Il banale quotidiano in mano a lei diventava come ORO perché AMAVA. Era attratta da Gesù perché lo vedeva’. ‘In un periodo tremendo in cui non avevo famiglia, lei è stata l’unica persona che mi ha amato, accudito…ha passato le notti accanto al mio letto, mentre piangevo disperata, non mi ha mai abbandonata, ha creduto in me’”.
Qual è il suo messaggio, soprattutto ai giovani?
“Sr. Maria Laura, ancora giovane, alla domanda del confessore: ‘Cosa vuoi fare della tua vita?’, ha risposto: ‘voglio fare della mi vita qualcosa di bello per gli altri’. E lei stessa preciserà: ‘Lo Spirito Santo me l’ha suggerito’”.
Lei ha fatto davvero “qualcosa di bello”, ci dice ancora sr. Beniamina: in un incontro coi giovani a Gallivaggio, avrà modo di precisare: “Alcune costanti mi hanno accompagnata: una gioia profonda , al di là delle inevitabili difficoltà del cammino (vita personale e comunitaria); la certezza di una presenza, quella di Cristo Risorto che, incarnata nella mia storia quotidiana, mi ama, mi perdona e non mi abbandona mai; l’amore per ogni persona in quanto tale e in quanto incarnazione del Cristo, particolarmente per i piccoli, i giovani, i meno amati”. E sarà lei stessa – spiega la ancora sr. Beniamina - a testimoniare come si può essere felici… questo può essere il messaggio ai giovani: ‘Sono felicissima, soprattutto perché ogni giorno scopro l’amore di Dio per me, malgrado i miei limiti e poi cerco di scorgerlo nel volto dei miei fratelli che incontro nella ferialità, con un’attenzione particolare ai più disagiati o in difficoltà’”. E parlando delle tre giovani ragazze che si sono macchiate dell’omicidio di sr. Mainetti la religiosa spiega che “non si è potuto più parlare con le tre giovani. Neppure il Parroco è riuscito. Io, alle tre giovani direi solo questo: ‘Sulla porta della cappella della comunità c’era questa scritta: ‘Entra per pregare, esci per amare’. Qui sta il segreto della sua felicità! Sr. Maria Laura non vi dimentica! Certamente siete nel suo cuore! Non dimenticatela e cercate, con lei, la vera felicità”.
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