Bonn, 11 November, 2020 / 6:00 PM
«La comunione nella fede, che ecumenicamente è già visibile in molti modi, mira ad una unità che sarà tangibile anche come comunità eucaristica e come comunità della “Santa Cena”. È una cosa buona che grazie al parere del Gruppo ecumenico di lavoro “Insieme alla mensa del Signore” il dibattito sulle questioni ancora aperte venga alimentato. Mi impegnerò all´interno della Conferenza episcopale e nel dialogo con Roma affinché si continui intensamente a discutere di questo e si scorgano e recepiscano i risultati del dialogo ecumenico».
Il video messaggio di saluto di monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, alla Chiesa Evangelica di Germania, riunita in una assemblea sinodale annuale - benché solo virtualmente, per via delle misure per la prevenzione del virus covid-19 - suona come una promessa a non abbandonare il cammino comune verso l´intercomunione. Nonostante gli ostacoli.
Nel settembre 2019 il Gruppo ecumenico di lavoro (Ökumenische Arbeitskreis, ÖAK) - composto da studiosi cattolici ed evangelici e fondato nel 1946 proprio per sostenere il dialogo ecumenico in Germania - aveva pubblicato, dopo dieci anni di lavoro, il documento “Insieme alla mensa del Signore – Prospettive ecumeniche della celebrazione della Cena eucaristica e dell’Eucaristia”. Lo studio, attraverso ricerche esegetiche e storiche, sosteneva la tesi della convivenza nel corso dei secoli di diverse forme di cena eucaristica. Una scoperta che, secondo i teologi del Gruppo, consentirebbe il superamento delle differenze teologiche interconfessionali su questo tema e non giustificherebbe più la «separazione delle Chiese».
Questo cammino della Chiesa cattolica ed Evangelica tedesca verso una comune fruizione del sacramento dell´Eucarestia aveva subito una battuta d´arresto lo scorso 18 settembre 2020 a causa di una lettera indirizzata proprio al presidente dei presuli tedeschi Bätzing e firmata dal presidente della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Luis Ladaria Ferrer, e dal segretario, l´arcivescovo Giacomo Morandi. La missiva ribadiva, nella sostanza, come le differenze tra cattolici e protestanti nell´interpretare l´Eucaristia siano «ancora troppo significative» da permettere una comune partecipazione alla stessa mensa eucaristica. La lettera invitava infine ad «un approfondimento teologico di determinati temi centrali, come la questione della “presenza reale” [del corpo di Cristo nell´Eucaristia, ndr] e del concetto di sacrificio».
Il messaggio di saluto di Bätzing ai «fratelli e sorelle evangelici» e la promessa di un suo ulteriore impegno sul tema, sembra ora sottintendere che la lettera della Congregazione per la dottrina della fede non ha messo la parola fine sul tema intercomunione.
Nemmeno la Chiesa Evangelica considera il documento della Congregazione per la dottrina della fede come l´epitaffio dell´intercomunione. Christian Schad, presidente della Chiesa evangelica del Palatinato (Pfalz) lo ha definito certamente un «carico pesante», ma, nella sua relazione sinodale, ha al contempo ribadito che una «scambievole partecipazione alla Eucarestia/Santa Cena sarebbe invece teologicamente fondata». La presa di posizione della Congregazione per la dottrina della fede, ha riferito ancora Schad nel suo rapporto, «non impedirà tuttavia alla Chiesa evangelica di continuare ad invitare ogni battezzato alla festa della Santa Cena, all´unica mensa dell´unico Signore».
Ma all´ordine del giorno del sinodo della Chiesa Evangelica Tedesca non c´è solo il tema dell´intercomunione. Ma, tra le altre cose, la creazione di strutture di prevenzione per gli abusi sessuali nella Chiesa Evangelica e l´obiettivo di risparmiare entro il 2030 17 milioni di spese di gestione. Taglio di bilancio che costringerebbe ogni istituzione evangelica in Germania a rinunciare al 30% della sua spesa corrente.
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