Il problema, tra cattolici e protestanti, resta sempre quello: l’intercomunione. Da una parte la spinta protestante di avere una comunanza tra l’Eucarestia e la Cena del Signore, che si era concretizzata anche in una richiesta specifica dei Valdesi a Papa Francesco durante il viaggio a Torino, ma che era stata presente anche nell’incontro di Papa Francesco con la comunità luterana di Roma. Dall’altro, un fatto incontrovertibile: ce l’Eucarestia per la Chiesa Cattolica non è solo un simbolo, ma un qualcosa di vivo, e non può così essere gestito come una sorta di dono ecumenico. Così, alla proposta di un gruppo ecumenico di teologi in Germania di stabilire una sorta di condivisione della Cena del Signore, è seguito un brusco batti e ribatti che ha visto coinvolta anche la Congregazione della Dottrina della Fede, e che si è risolta una lettera aperta inviata al professore che ha guidato questa proposta del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
«La comunione nella fede, che ecumenicamente è già visibile in molti modi, mira ad una unità che sarà tangibile anche come comunità eucaristica e come comunità della “Santa Cena”.
Una lettera sulla partecipazione comune di cattolici e protestanti all´Eucaristia, spedita dalla Congregazione della fede al presidente della Conferenza episcopale tedesca (CET), monsignor Georg Bätzing, ha oscurato l´ordine del giorno dell´assemblea plenaria autunnale dei vescovi tedeschi, riunitisi nella città di Fulda dal 22 al 24 settembre per discutere di temi come pandemia del covid-19, proseguimento del “cammino sinodale”, ruolo delle donne nella Chiesa e risarcimento delle vittime di abusi sessuali da parte di religiosi.
Cacciata dalla porta principale, lo scorso maggio, l’intercomunione rientra, in Germania, dalla finestra di servizio delle singole diocesi.
Gli sposi protestanti di cattolici possono ricevere la Comunione eucaristica a certe condizioni, e dopo un certo discernimento, secondo l’arcivescovo Hans-Joseph Becker di Padenborn, che ha però sottolineato che non si tratta di un “permesso generale”, ma piuttosto di una applicazione di linee guida pastorali.
La conferenza episcopale tedesca chiarisce ulteriormente le intenzioni del suo testo sulla intercomunione dei coniugi non cattolici.
Un documento che “ non è maturo per essere pubblicato” quello che i vescovi tedeschi avevano annunciato nel marzo scorso sulla possibilità che i coniugi protestanti di cattolici ricevessero la Eucarestia.
Fino al 13 maggio la città di Münster, nella Westfalia, ospita – sotto il motto “Suche Frieden” (“Cerca la pace”) - la 101. Edizione del “Katholikentag” (“Giornate dei cattolici”), un appuntamento che da 170 anni, una volta ogni due, richiama, ad ogni edizione in una città diversa della Germania, «persone che vogliono vivere il Vangelo, pregare insieme, fare festa e discutere».
I vescovi tedeschi tornano a casa e discutere di nuovo.
Si aspettava da tempo ed era stato sollecitato da parte dell’episcopato tedesco e ora arriva.
La Conferenza episcopale tedesca si spacca sull’intercomunione. Nel corso dell’assemblea della Conferenza episcopale, tenutasi dal 19 al 21 febbraio nella città di Ingolstadt, la Commissione ecumenica aveva sottoposto all’attenzione, e al voto, di 60 vescovi tedeschi un sussidio pastorale intitolato “Seguire Cristo – L’unità in cammino. Matrimoni interconfessionali e partecipazione comune all’Eucaristia”.