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Santa Katharine Drexel, la suora ex-miliardaria e patrona degli indiani e dei neri

Santa Caterina Drexel
Una foto che raffigura Santa Katharine Drexel nel suo impegno di apostoloto

Appena usciti dalla stazione di 30th Street, a Philadelphia, c’è un grande edificio: la Drexel University. Fu fondata da Anthony Joseph Drexel. Era lo zio di Katharine Drexel, proclamata santa del 2000. Una santa che significa molto nella storia di Philadelphia. E che Papa Francesco ha menzionato durante l’omelia alla Messa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, per il primo di una serie di importanti appuntamenti a Phialdelphia.

Ma chi era Katharine Drexel?

Seconda figlia di un famoso banchiere di Philadelphia, nata il 26 novembre del 1858, era cresciuta con l’idea di aver avuto la ricchezza solo in prestito, e che perciò doveva essere condivisa con altri. Andò in viaggio nel “West,” vide le condizioni dei nativi americani, decise di fare qualcosa per alleviare la loro condizione. Così, comincio a dare sostegno a missioni e missionari negli Stati Uniti, finanziando e fondando scuole. Nel 1887, nacque la scuola di Santa Caterina, a Santa Fé, nel New Mexico.

Papa Francesco ha ricordato, durante il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti a settembre del 2015, l’episodio del suo incontro con Papa Leone XIII. Katharine ci era andata per chiedere missionari per alcune missioni per gli “indiani” che finanziava.

Ha raccontato il Papa: “Quando parlò al Papa Leone XIII delle necessità delle missioni, il Papa – era un Papa molto saggio – le domandò intenzionalmente: ‘E tu? Che cosa farai?’. Quelle parole cambiarono la vita di Caterina, perché le ricordarono che in fondo ogni cristiano, uomo o donna, in virtù del Battesimo, ha ricevuto una missione. Ognuno di noi deve rispondere come meglio può alla chiamata del Signore per edificare il suo Corpo, la Chiesa.”

E così decise di diventare lei stessa missionaria, e di servire principalmente indiani e afro-americani. Fece la prima professione religiosa il 2 febbraio 1891, e fondò le Suore del Santissimo Sacramento, con lo scopo di diffondere il messaggio evangelico e la vita eucaristica in mezzo agli Indiani ed Afro-Americani. 

Proprio agli afro-americani dedicò una parte del suo ministero: la questione razziale era fortissima, al Sud c’erano persino restrizioni legali che impedivano ai “neri” di andare a scuola. Così, la priorità per Katharine Drexel fu quella di fondare scuole, per dare istruzione di qualità, e permettere tutti di emanciparsi dalla loro condizione.

In tutta la vita, aprì circa 60 scuole e missioni, soprattutto a Ovest e Sud Ovest degli Stati Uniti, e nel 1925 stabilì la Xavier University in Louisiana, che era l'unica istituzione d'istruzione superiore negli Stati Uniti destinata prevalentemente ai cattolici di colore.

Un impegno che rese anche la Chiesa degli Stati Uniti consapevole della necessità di supportare i marginalizzati, specialmente i nativi americani e gli afro americani, e proprio grazie a quell’impegno la Chiesa cominciò a combattere in maniera forte ogni evidenza di discriminazione razziale.

Non poté lavorare attivamente gli ultimi 18 anni di vita, messa in ginocchio da una grave malattia. Morì il 3 marzo 1955. Ma il suo apostolato è continuato nell’impegno delle Suore del Santissimo Sacramento, da lei fondate. 

Katharine Drexel è stata beatificata da San Giovanni Paolo II il 20 novembre 1988 e proclamata santa nel 2000. Con la sua figura, Papa Francesco non solo si è riallacciato alla tradizione dei santi americani, ma ha mostrato anche la strada che vuole si segua. Una strada di impegno sociale, ma anche di adesione al messaggio evangelico. Con un impegno che non lascia escluso nessuno, nemmeno (e soprattutto) gli emarginati.

L’arcivescovo Joseph Kurtz, di Louisville, presidente della Conferenza Episcopale USA, ci ha tenuto a ricordare ai giornalisti proprio il passaggio dell’omelia di Papa Francesco dedicata a Katharine Drexel. Perché – ha detto – “è un richiamo all’importanza delle donne,” ma anche al modo in cui applicare la Dottrina Sociale della Chiesa. Ma c’è anche di più. Per il suo impegno in favore dei “nativi americani,” Katharine Drexel rappresenta anche l’esempio di come la Chiesa ha guarito le ferite ad alcune situazioni “turbolente” (come le ha chiamate Papa Francesco nel discorso al Congresso) che sono venute fuori proprio in occasione della notizia che il Papa avrebbe canonizzato Fray Junipero Serra. È lo stile di questo viaggio, quello di rispondere con esempi ai problemi che vengono fuori, senza mai affrontare la questione direttamente.

 

 

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