Napoli, 10 November, 2020 / 2:00 PM
Sant'Alfonso Maria de Liguori, teologo e grande missionario fu un grande devoto di Maria. La amò come un figlio ama sua madre ed a Lei dedicò gran parte dei propri scritti e delle proprie devozioni.
Non passava giorno che non recitasse il Santo Rosario o avesse compiuto qualche altro segno di venerazione ed amore alla Madre di Dio.
Le stesse Missioni al Popolo, predicate dal santo per tutto il Regno di Napoli, nel corso del Millesettecento, prevedevano l'invito a dedicare una catechesi alla Madonna.
Nel corso della propria esistenza, Alfonso affidò a Lei il proprio spadino di cavaliere, lasciando il mondo per il sacerdozio e la professione forense per Dio.
Amò a tal punto la Vergine da dedicargli una delle sue opere più importanti come Le Glorie di Maria.
Apparsa per la prima volta nel 1750 a Napoli, il testo contiene del materiale di primo ordine per poter meditare ed approfondire la devozione a Maria.
Un devoto di Maria non si perde, scrive Sant'Alfonso, e ciò è vero, tanto da fare della proposizione il perno sul quale far ruotare la conversione del cuore a Dio.
Il fondatore dei Redentoristi era convinto che la vita cristiana non poteva prescindere dall'affidamento a Maria, che è Madre e modello di vita per tutti i cattolici.
Probabilmente, vivente l'autore, essa è l'opera più bella che scrisse per rendere gloria ed onore alla
Vergine.
Il testo è diviso in due parti: nella prima si offre un sapiente commento alla Salve Regina e nella seconda sono raccolte una serie di riflessioni sulle principali feste mariane, sui Sette dolori della Madonna e tanto altro.
Andando avanti nella lettura, si scopre che la stessa contiene anche l'invito a mettere in pratica tale devozione con diverse pratiche, per poter vivere in pienezza il proprio amore alla Madre di Dio.
Dall'ufficio alla Vergine, al Santo rosario, allo scapolare, per giungere al semplice ricorrere alla sua, potente e materna, intercessione il volume conduce il cristiano ad amare, concretamente, la Madonna.
Tra le molte forme che il santo consiglia è interessante scoprire anche la semplice visita a Maria, in qualche immagine che la ritragga, recitando davanti ad essa la preghiera del Rosario, le Litanie o quanto altro.
Leggendo le biografie sul vescovo napoletano, si conosce la sua abitudine a portare con se, un'immagine o un santino, recante l'immagine della Vergine, proprio per sentirla sempre vicino mediante questo mezzo.
Come sempre, per gli scritti del santo, la funzione dell'opera non è l'erudizione o altro, bensì quella di diffondere l'amore alla Madre di Dio, al centro della vita dei fedeli.
Chi legge medita e quindi già sta pregando: questo il segreto del suo autore.
All'interno dello scritto, con spirito pratico, il santo inserisce anche un capitolo nel quale analizza le virtù della Vergine, proponendole ad imitazione dei fedeli.
Umiltà, carità, fede, speranza, castità, povertà, obbedienza, pazienza, ed orazione sono le doti che Maria ha approfondito, nel proprio cammino, pur di portare il Regno dei cieli sulla terra.
Un'esistenza sempre non facile, ma che Maria ha saputo offrire a Dio, magnificando il nome del Padre.
Il testo rappresenta un aiuto, pratico ed efficace, per vivere e rivivere il mistero di Maria, nel quotidiano della propria esistenza, anche leggendo poche pagine al giorno e meditandole.
Le Glorie di Maria hanno avuto moltissime edizioni e sono state stampate in molte lingue, per l'edificazione del Popolo di Dio.
Lo storico don Giuseppe de Luca osservò che il testo “ha detto e fatto dire a milioni di anime le parole più belle e più dolci alla Madonna e sulla Madonna”. E mai parole furono più vere.
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