Materdomini (AV), 02 November, 2020 / 10:00 AM
San Pio X, il 23 maggio 1906, dichiarò venerabile lo studente redentorista Domenico Blasucci.
La vita di questo giovane fu lineare, ma tutta spesa per il vangelo ed il Regno dei cieli.
Visse solo venti anni ma tutti incentrati alla ricerca della volontà di Dio, nel quotidiano svolgersi del proprio giorno.
Domenico Blasucci nasce il 5 marzo 1732 a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza. Fin da piccolo sente la propensione per le cose di Dio, come si diceva un tempo, anche se vive la sua età come quella di molti altri bambini.
La famiglia lo educa alla fede ed ai valori cristiani, anche se il giovane la approfondì con la preghiera e l'amore alla Vergine Maria, di cui fu sempre, più che devoto innamorato.
Alunno diligente e ben educato, compie gli studi elementari nel paese di origine e com'era consuetudine del tempo, aiuta i genitori nel lavoro dei campi.
Gli sarebbe piaciuto poter continuare gli studi, per poter un giorno aiutare gli altri, ma questa è solo un'aspirazione, chissà se realizzabile.
Nel 1749, conosciuti i Padri Redentoristi, missionari nella sua zona, chiede di essere ammesso in questa famiglia religiosa, come chierico.
I Redentoristi o meglio la Congregazione del Santissimo Redentore era stata fondata da Alfonso Maria de Liguori, il 9 novembre 1732, lo stesso anno in cui nacque il Blasucci.
Sant'Alfonso voleva i suoi figli santi, sereni e pronti per l'evangelizzazione e cosi vennero formati i soggetti ammessi nell'Istituto.
La vita redentorista, leggendo le Fonti storiche dell'epoca, era molto dura: i Padri predicavano le Missioni al Popolo e le campagne missionarie erano dense di lavoro e di apostolato.
Predica grande, confessioni e Sante messe si susseguivano per l'edificazione dei fedeli e la diffusione del vangelo, nei paesi nei quali erano chiamati ad andare.
Ammesso in Congregazione, fratel Blasucci è inviato, in varie comunità, per seguire l'itinerario formativo e diventare Missionario redentorista: Ciorani, Pagani, Deliceto e Materdomini furono i luoghi che videro la presenza del giovane studente.
In queste comunità, è visto da tutti come un modello.
La sua caratteristica sta nell'essere in continua confidenza con Dio.
E' lodevole l'impegno che mette nei propri doveri ed in quanto richiesto dalla Regola.
E' osservante e di animo sereno ed allegro.
Segue, come i confratelli, l'ordinario svolgersi della vita di studente: niente di meno ne di più dal quotidiano, ma fatto con amore e bene.
Ammalatosi fu inviato nella casa di Deliceto, in provincia di Foggia, con la speranza che il cambiamento di aria potesse giovare alla sua salute.
In questo luogo, incontra san Gerardo e pur non conoscendolo ne intuisce le ansie di un momento delicato per la propria vita, tracciandogli un segno di croce sul suo cuore, gli riporta la pace e la serenità. Evento particolare? No, segno della presenza di Dio sul mondo.
Da quel giorno inizia una profonda amicizia fra i due, segnata dalla comune preghiera quotidiana uno per l'altro e dal cammino verso la santità.
Aggravatosi, spirò il 2 novembre 1752, mutando la terra per il cielo nel quale poter contemplare Dio, a lungo amato in vita.
Le spoglie del venerabile riposano nel Santuario di Materdomini, accanto a quelle di san Gerardo Maiella.
(La storia continua sotto)
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