Washington, 24 September, 2015 / 5:41 PM
Quella degli homeless, i senza tetto è una delle realtà più drammatiche degli Stati Uniti. Uno dei fronti sui quali la Chiesa combatte la battaglia della solidarietà e della accoglienza da sempre. Ed è per questo che il Papa ha scelto la antica chiesa di San Patrizio, la più antica di Washington che da 220 anni serve gli abitanti del centro della capitale con la Messa quotidiana e l'amministrazione dei sacramenti, l'educazione degli adulti, le attività culturali e l'assistenza ai più bisognosi.
Francesco pone a loro la domanda che si poneva San Giuseppe quando “non c’era posto per loro nell’ alloggio”: “ perché siamo senza un tetto, senza una casa? Sono domande che sarà bene farci tutti: perché questi nostri fratelli sono senza casa, perché questi nostri fratelli non hanno un tetto?”
Ma Giuseppe era un uomo di fede, e “davanti a situazioni ingiuste, dolorose, la fede ci offre quella luce che dissipa l’oscurità. Come fu per Giuseppe, la fede ci apre alla presenza silenziosa di Dio in ogni vita, in ogni persona, in ogni situazione. Egli è presente in ciascuno di voi, in ciascuno di noi.
Non troviamo nessun tipo di giustificazione sociale, morale, o di altro genere per accettare la mancanza di abitazione. Sono situazioni ingiuste, ma sappiamo che Dio le sta soffrendo insieme con noi, le sta vivendo al nostro fianco. Non ci lascia soli.”
A San Giuseppe, dice Francesco, mi rivolgo quando sono un po’ “inguaiato” e con lui prego perché sappiamo, spiega il Papa “che Gesù non solo ha voluto essere solidale con ogni persona, non solo ha voluto che nessuno senta o viva la mancanza della sua compagnia, del suo aiuto, del suo amore. Egli stesso si è identificato con tutti quelli che soffrono, che piangono, che patiscono qualche tipo di ingiustizia.”
Ma la fede ci chiama anche alla carità “che nasce dalla chiamata di un Dio che non cessa di bussare alla nostra porta, la porta di tutti per invitarci all’amore, alla compassione, a donarci gli uni agli altri.” E non lo fa con fuochi d’artificio: “ Gesù continua a bussare alla nostra porta nel volto del fratello, nel volte del vicino, nel volto di chi ci sta accanto.”
Ecco perché la preghiera “ci unisce, ci affratella, ci apre il cuore e ci ricordo una verità bella che a volte dimentichiamo” e poi “ nella preghiera non ci sono ricchi e poveri, ci sono figli e fratelli. Nella preghiera non ci sono persone di prima o di seconda classe, c’è fraternità.” Per questo “ci fa bene pregare insieme; come ci fa bene incontrarci in quello spazio dove ci guardiamo come fratelli e ci riconosciamo bisognosi dell’appoggio gli uni degli altri.”
E conclude proprio con la recita del Padre nostro, "voglio unirmi a voi perchè ho bisogno della vostra vincinanza", dice il Papa.
La comunità di San Patrizio è da sempre dedicato alle opere assistenziali, l'Orfanotrofio di San Giuseppe, la scuola industriale di S. Rosa e la Casa di San Giuseppe per gli anziani affidata alle Piccole Sorelle dei Poveri. Da questa comunità ecclesiale sono usciti numerosi sacerdoti e laici che oggi si ricordano nella storia del cattolicesimo statunitense. Dopo il 2000 la parrocchia di San Patrizio costruire nuovi fabbricati per ospitare i molti servizi religiosi e di promozione umana. Uno di questi è il "St. Maria's Meals", creato per andare incontro ai bisogni alimentari di numerose persone e famiglie in difficoltà, un programma molto conosciuto in città.
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