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Una Messa per Salvo D’Acquisto, a cento anni dalla nascita

Il saluto alla tomba di Salvo D'Acquisto al termine della celebrazione del 12 ottobre 2020

Era nato il 15 ottobre 1920, il brigadiere Salvo D’Acquisto, e a soli 23 anni diede la vita per evitare la rappresaglia su 22 ostaggi. Per il centenario della sua nascita, lo scorso 12 ottobre si è celebrata una Messa nella Basilica di Santa Chiara, dove sono le spoglie del Servo di Dio. Di Salvo D’Acquisto è infatti in corso il processo di beatificazione, ritardato soprattutto per dei cavilli burocratici. Ora sembra si stia procedendo alla beatificazione per “dono della vita”, una categoria da poco inclusa nei processi di beatificazione.

La Messa del 12 ottobre è stata organizzata dall’Associazione Internazionale Regina Elena ed il Circolo Beata Regina Maria Cristina, ed ha avuto il patrocinio morale, tra gli altri dell’arcidiocesi di Napoli.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Salvo d’Acquisto era vicecomandante della stazione dei carabinieri di Torrimpietra, vicino Roma. Nel 1943, i nazisti considerarono l’esplosione in una caserma dove avevano stabilito il loro quartier generale come non accidentale, e per questo rastrellarono 22 persone. Interrogarono anche Salvo d’Acquisto, che più volte provò a spiegare come l’esplosione fosse fortuita, e non ci potesse essere un responsabile.

Di fronte alla determinazione nazista di procedere alla fucilazione delle persone rastrellate, D’Acquisto si prese la responsabilità, e diede la sua vita per salvare gli altri.

La Messa è stata celebrata da Fra Giovanni Paolo Bianco, parroco di Santa Chiara, ed era presente anche Alessandro D’Acquisto, fratello di Salvo, nonché una rappresentanza di livello dell'Arma dei Carabinieri. Rodolfo Armenio, dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, ha ricordato che il sacrificio di Salvo D’Acquisto è ricordato dall’associazione dal 1985, e che in suo onore è conferita dal 1992 una “medaglia della Carità.

“Oggi – ha detto Armenio - celebriamo il centenario della nascita di Salvo D'Acquisto e preghiamo per la sua beatificazione; la beatificazione di un cattolico, di un militare, di un carabiniere, di un napoletano orgoglioso di essere italiano. Una delle figure più pure, venerate e limpide di quel terribile ma illuminante periodo bellico”.

Al termine della celebrazione, si è data lettura delle motivazioni della medaglia d’oro al valor militare conferita a Salvo D’Acquisto e si è reso omaggio alla sua tomba.

La causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto è stata aperta dall’Ordinariato Militare nel 1983.

Monsignor Gabriele Teti è stato postulatore della causa dal 2014 al 2018. Lui stesso, ex carabiniere, conosce a fondo la storia di Salvo D’Acquisto.

Parlando con ACI Stampa, monsignor Teti ha ricordato che Salvo D’Acquisto considerava proprio l’appartenenza all’Arma dei Carabinieri come parte del servizio. “A Roma – racconta l’ex postulatore – incontrò un suo amico che aveva fatto il corso di carabinieri con lui. Dopo l’armistizio, ci fu un grosso gruppo di carabinieri che passò alla clandestinità, per combattere i tedeschi, nella città di Roma. Questo compagno lo invitò a lasciare la divisa, per unirsi alla clandestinità. E lui rispose che il suo dovere era di tutelare l’ordine, la sicurezza e l’incolumità delle persone che gli erano state affidate, e che il suo comito non era di andare via”.

Il sacrificio di Salvo d’Acquisto, prosegue monsignor Teti, è parte di un percorso di vita. “Sicuramente – racconta– Salvo è cresciuto una famiglia molto religiosa. Sin dall’infanzia, poi, ci sono piccoli episodi che fanno capire l’indole di Salvo D’Acquisto. Da bambino, tornando da scuola, donò le sue scarpe a un bambino che incontrava sempre tornando da scuola e che era scalzò. Un’altra volta, si avventò a salvare un bambino che stava per finire sotto un treno”.

La causa di beatificazione si è arenata su questioni “burocratiche” – si pensava a un processo per martirio, ma il sacrificio di Salvo D’Acquisto rientra più facilmente nella nuova categoria di “dono della vita” – ma “la devozione nei suoi confronti è tantissima. Tanto che c’è chi dice persino che non c’è bisogno di farlo santo, visto che lo considerano già beato”.

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