Assisi, 04 October, 2020 / 3:05 PM
Nella sua amata Assisi San Francesco viene celebrato e festeggiato. Un anno pieno di appuntamenti e celebrazioni nella cittadina umbra, come quello di ieri con Papa Francesco che firma la sua enciclica "Fratelli tutti" proprio sulla tomba del Santo e la prossima beatificazione di Carlo Acutis, il 10 Ottobre. Ma oggi è il poverello di Assisi al centro di tutto. Oggi la nazione festeggia San Francesco Patrono d'Italia: giornata di dialogo e di fraternità tra fedi e culture diverse.
Ad offrire l'olio che alimenta la lampada che arde sulla tomba di San Francesco quest'anno sono le Marche, a nome dell'Italia intera. Rito della celebrazione che si ripete dal 4 ottobre 1939 anno in cui Pio XII proclamava Francesco patrono primario d’Italia. Per l'occasione dopo la Messa il sorvolo delle Frecce Tricolori nei cieli di Assisi.
A presiedere la celebrazione in Basilica Superiore è l’Arcivescovo Metropolita di Pesaro, Monsignor Renato Coccia.
Nell'omelia, l'Arcivescovo di Pesaro, dopo vari ringraziamenti, sottolinea: "Le Marche sono liete per essere state chiamate ad offrire l'olio che alimenta per tutto l'anno la lampada votiva sulla tomba di San Francesco. Un gesto che riveste un preciso significato simbolico: sta ad indicare la volontà di attingere dalla figura e dall'opera di San Francesco quella luce di cui tutti abbiamo bisogno. La nostra Regione giunge a questo appuntamento fortemente provata da due pesanti esperienze: quella del terremoto del 2016 che l'ha colpita materialmente e spiritualmente con oltre 50 vittime e quella del coronavirus che ha fatto registrare quasi mille decessi. Siamo una Regione provata ed affaticata ma non piegata! La grande fede nel Signore ha sostenuto e sta sostenendo la nostra gente la quale ancora una volta sta dando prova di adattabilità, laboriosità ma anche di forte insofferenza, dovuta soprattutto ai mancati interventi, da paite delle competenti autorità, in merito al sisma. Noi come pastori condividiamo la vita reale, le sofferenze, i bisogni e le speranze della nostra gente, perciò ci sentiamo di farci portavoce per chiedere alla politica ed alle istituzioni un supplemento di impegno e di responsabilità".
"Nel nostro cuore risplende la figura di San Francesco come colui che ricostruisce la vigna del Signore. Vigna che include non solo la chiesa, ma anche quella parte di umanità segnata dalla discordia, dalla sfiducia, dalla sofferenza e dalla disperazione. Spesso ci troviamo a fare i conti con una società sfiduciata e a tratti anche rabbiosa. Anche noi nelle Marche ne sappiamo qualcosa. Urge un'opera di ricostruzione non solo sociale ed economica (nelle Marche pure materiale), ma soprattutto spirituale nel segno della speranza. La comunità cristiana celebrando e vivendo il mistero del Cristo, non può non assolvere a questa missione che la vede protagonista nel testimoniare la forza di quella speranza che non delude perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori ", dice ancora Monsignor Coccia nella sua omelia.
"Come non sottolineare che la vita di San Francesco è stata un inno alla bontà, alla verità, alla fraternità, alla solidarietà ed alla pace! Senza essere pessimisti ma semplicemente realisti, avvertiamo che l'Italia necessita di un cambio di cultura. Quella dominante sta generando varie forme di violenza, di ingiustizia, di mancato rispetto della vita, della natura, e deprecabili strumentalizzazioni. S. Francesco è stato un vignaiolo fedele e ha reso il terreno a lui affidato, fecondo e produttivo di frutti evangelici. Anche a noi il Signore ha affidato una parte della sua vigna, perché potessimo curarla con fedeltà e responsabilità e farla fruttificare. Abbiamo di fronte un segmento di umanità che va amata, curata e rigenerata", commenta e conclude l'Arcivescovo di Pesaro.
Dopo la Santa Messa e l'accensione della Lampada Votiva al Santo, il Presidente del Consiglio ha parlato alla Nazione dalla Loggia del Sacro Convento dopo il saluto del Ministro Generale, padre Carlos Trovarelli. A nome del Papa presente il Legato Pontificio per le Basiliche Papali, Cardinale Agostino Vallini. Ad accogliere i sindaci, le istituzioni regionali, le autorità e i pellegrini provenienti dalla Marche e da altre zone d'Italia, il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti.
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